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Attraverso la memoria

«Han camminato lungo tempo verso la libertà, verso la luce per cercare sempre la verità». Queste le prime parole dell’inno 338 che il coro del Collegio valdese di Torre Pellice ha cantato assieme ad altri brani al colle delle Finestre, in valle Gesso, a oltre 2400 metri, domenica 10 settembre.

Ma cosa ci facevano i giovani coristi, sotto una pioggia leggera ma fitta, in alta montagna, dopo una scarpinata di alcune ore e dopo aver pernottato al rifugio Soria-Ellena la sera prima per rendere meno impegnativa la salita (dai 1200 metri di San Giacomo di Entraque si arriva agli oltre 1800 del rifugio e quindi ai 2474 del colle delle Finestre)?

Al colle sono stati invitati dall’associazione Giorgio Biandrata di Saluzzo per ricordare un evento particolare, accaduto fra il 9 e il 13 settembre 1943. Dopo l’armistizio infatti le truppe italiane presenti in Francia (la Quarta Armata) furono costrette a tornare in Italia sotto la forte pressione dell’esercito tedesco che stava cercando di farsi largo verso il confine, occupando gli spazi che il Regno d’ Italia aveva già in parte smobilitato dopo la caduta del fascismo e preparandosi in questo modo la strada per l’occupazione del nord-Italia. In questo territorio controllato dall’esercito italiano si erano rifugiati molti ebrei, giunti da tutta la Francia, dai territori occupati di Vichy, in quanto ritenuti più sicuri rispetto ad altre parti d’Europa. E la storia conferma questa tesi: in molti casi l’esercito italiano si dimostrò «amico» del popolo israelita. Il controverso maresciallo d’Italia Ugo Cavallero replicò in questo modo ai tedeschi che chiedevano di risolvere la «questione» ebraica : «Gli eccessi contro gli ebrei non sono compatibili con l’onore dell’esercito italiano». E proprio al seguito della Quarta Armata fra il 9 e il 13 settembre 1943 oltre 1000 ebrei valicarono i colli delle Finestre e della Ciriegia provenienti da Saint Martin Vésubie, in Francia. Questa fuga era dettata dal fatto che in Italia gli ebrei speravano di trovare condizioni migliori: la loro sorte, così come quella di molti militari, è invece tristemente nota. Nel 1999 l’associazione Giorgio Biandrata, che promuove la cultura, l’arte, la solidarietà e il libero confronto di opinioni e tradizioni culturali, ha organizzato per la prima volta questo incontro transfrontaliero, proprio sulla linea di confine e ogni anno viene ricordato con un momento di ritrovo al colle. Quest’anno ci sono stati gli interventi, fra gli altri, del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e del presidente del Yad Washem di Nizza Daniel Wancier. «È stata un’esperienza toccante – ci ha spiegato il preside del Collegio Marco Fraschia, che ha accompagnato le ragazze e i ragazzi– e i brani del coro sono stati la colonna sonora di questo incontro. Questo momento è stato il naturale seguito del pomeriggio di sabato 9 settembre che a Torre Pellice ha visto inaugurarsi l’anno scolastico del Collegio con la prolusione di Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna. I temi affrontati da Pasquino infatti si sono rivelati strettamente legati all’evento del giorno successivo: libertà, diritti, giustizia e democrazia sono le parole che il professore ha utilizzato per descrivere l’Europa lanciando un messaggio di ottimisimo e positività in questo momento difficile per l’Europa e per le sue frontiere».

Il messaggio del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, salito con l’assessore alla Montagna Alberto Valmaggia nonostante la pioggia al colle delle Finestre, è stato breve ma ha toccato il tema delle frontiere e delle montagne «che devono rimanere aperte per garantire l’unità dell’Europa».

Immagine di Marco Fraschia