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La Riforma vista da Roma

Fra Roma e Wittenberg il dialogo non venne interrotto: non ebbe mai inizio. Al suo posto, solo scontri e accuse reciproche conditi con epiteti propri del tempo (e non già del solo «vulcanico» e «sanguigno» Sassone). Si tratta, allora, di mettere a confronto le rispettive posizioni al fine di una valutazione storica obiettiva; non inficiata, cioè, da pregiudizi confessionali. Una impostazione storiografica, questa, portata avanti da un modernista di Friburgo (Svizzera), Volker Reinhardt, che ha «scavato» in documenti vaticani finora trascurati; ne emerge una ricostruzione a tutt’oggi inedita degli incontri fra Lutero e il Papato con al centro Lutero, l’eretico. Appropriato del tutto, perciò, l’esplicativo sottotitolo redazionale La Riforma protestante vista da Roma*.

Ignorati, quali fonti, bolle papali e resoconti di nunzi apostolici e di legati pontifici con relative istruzioni. Dunque, sottolinea Reinhardt, «solo prendendo in esame le fonti romane si riuscirebbe a mettere a fuoco quel processo di distacco, separazione, divisione e demonizzazione i cui effetti sono evidenti ancora oggi». Un elemento di fondo è però chiaro: «Nella controversia tra Lutero e Roma erano in gioco questioni di fede, relative cioè a differenti interpretazioni dei testi sacri, della mediazione sacerdotale, e delle vie di “Salvezza”; questioni, cioè, sulle quali non si poteva né può essere formulato alcun giudizio oggettivo». Una analisi, in definitiva, non tesa a relativizzare figura e ruolo del Riformatore. «Al contrario – precisa l’autore –, la dimensione storica della sua azione risalterà ancor più allorché si siano adeguatamente valutate anche le risorse della controparte».

Corredato di una esaustiva Cronologia (oltreché di Indice dei nomi e Bibliografia), e chiuso da un interessante «Epilogo» (Conflitto di culture: «Gli eventi descritti in questo libro sono dunque davvero morti e sepolti?»), il volume è articolato in cinque capitoli «biografico-cronologici»: «Lutero, il monaco (1483-1517)», «Lutero, il critico (1517-1520)», «Lutero, il barbaro (1521-1523)», «Lutero, il dimenticato (1523-1534)», «Lutero, l’eretico (1534-1546)». Grazie a un accurato lavoro di archivio e a una «dimestichezza» con il movimento riformatore, Volker Reinhardt ricostruisce quel XVI secolo sin in dettagli attraverso intrecci di eventi circostanze protagonisti manovre politiche di Pontefici Curia Impero.

Nell’insieme, ai papi (da Leone X a Paolo III) le vicende tedesche venivano poste in secondo piano rispetto ai prevalenti interessi di famiglia (e di bottega) e alleanze; «il Professore di Wittenberg», invece, era considerato (insieme ai suoi connazionali) un «barbaro». Tuttavia, andavano repressi costumi e dissenso: «La concezione romana della riforma mirava agli standard di comportamento degli uomini, non alla dottrina della Chiesa [che] non abbisognava di miglioramenti». Quel barbaro ossessionato dalla figura pontificale dell’«Anticristo» andava pertanto considerato (oltreché combattuto e battuto) un vero presuntuoso eretico istigato dal diavolo banditore di una interpretazione arbitraria della Bibbia. Tuttavia, «Lutero era riuscito a toccare sentimenti nazionali molto profondi», né a Worms (1520) «avrebbe mai ritrattato, dal momento che stava solo annunciando la Parola di Dio». «Da entrambe le parti, oramai, non c’erano più le giuste misure nel descrivere i fatti». Nonostante l’attivismo di nunzi e legati in terra barbara dagli autentici sentimenti di spiritualità evangelica e idee riformistiche. Del resto, «in seno all’Impero, Roma fu relegata in una posizione marginale a causa dello scarso interesse del papa per la Riforma».

Alcune precisazioni. Nel corso del testo Lutero potrebbe essere confuso con un ossessionato dalla figura del pontefice. Egli riconosceva il papa quale Sovrano di uno Stato (Princeps) non già Vicario di Cristo. Circa, poi, la sua traduzione della Bibbia (messa nelle mani del popolo), con essa ha dato un primo fondamento unitario alla lingua tedesca (v. pp. 179-180). Infine, purtroppo, tre luoghi comuni (inaspettati) su Calvino predestinazionista, tiranno e iconoclasta (v. pp. 203, 249, 250).

* Volker Reinhardt, Lutero l’eretico. La Riforma protestante vista da Roma. Venezia, Marsilio, 2017, pp. 322, euro 28,00.

Immagine: via Pixabay