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Rohingya, Nobel contro Nobel

La premio Nobel per la pace del 2014 Malala Yousafzai ha chiesto alla leader birmana Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace del 1991, di «condannare il vergognoso trattamento riservato alla minoranza musulmana Rohingya in Birmania», ricordando che «il mondo si aspetta» una sua dichiarazione esplicita.

«Negli ultimi anni – ha scritto Yousafzai nel messaggio che ha fatto il giro del mondo su twitter –, ho condannato più volte questo tragico e vergognoso trattamento, sto ancora aspettando che la mia collega premio Nobel Aung San Suu Kyi, faccia lo stesso».

I Rohingya – ricordava pochi giorni fa Riforma.it, che sta seguendo la tragica situazione – sono un gruppo etnico prevalentemente musulmano di un milione circa di persone e che abita il Rakhine, la regione più povera del Myanmar e mai accettati dalla maggioranza buddista della Birmania.

Lo Stato non li considera cittadini e non garantisce loro alcun diritto, né all’istruzione né alle cure sanitarie. La situazione non è cambiata nemmeno nel 2015, quando è arrivata al potere Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, il cui silenzio sulla situazione dei Rohingya è finora stato assordante.

Il dramma dei Rohingya si scontra anche con le mine, quelle che il governo del Myanmar ha sparso lungo il confine con il Bagladesh dove si sono rifugiati i profughi fuggiti dal conflitto che ha insanguinato la regione di Rakhine.

Secondo le autorità di Dakka si tratta di una misura studiata per evitare il rientro in patria degli esuli, che secondo le stime sono ormai, 125mila.

Una situazione impressionante che ha richiamato anche l’attenzione delle Nazioni Unite e che dal Palazzo di Vetro ha fatto partire un richiamo ufficiale al governo di Aung San Suu Kyi: «Si deve cambiare linea politica e riconoscere nazionalità e status sociale ai Rohingya musulmani, in modo che possano ottenere una vita normale, trovare lavoro e accedere all’istruzione», ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Secondo l’Acnur, l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, sono circa 60.000 i Rohingya che da quando sono scoppiate le rappresaglie più dure lo scorso 25 agosto hanno abbandonato le proprie case per cercare riparo in Bangladesh.

Immagine: By Southbank Centre – https://www.flickr.com/photos/southbankcentre/13008190293/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37229903