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L’appello di Astana per l’ambiente

«Oggi, noi leader religiosi di diverse tradizioni di fede siamo ad Astana per affrontare l’impegnativa questione dell’Energia futura. Infatti, il modo in cui l’energia viene generata, trasportata e consumata sta avendo ed avrà in futuro un impatto significativo: sulla natura e sugli ecosistemi e quindi sull’accesso all’acqua e al cibo; sulla sostenibilità delle società, del commercio e delle economie; sulle aree urbane e rurali, così come sugli gli oceani; sull’equa distribuzione del reddito e l’accesso alle opportunità; la salute umana e il benessere e, più in generale, sullo sviluppo umano, i conflitti e la pace»

Questo, è uno stralcio tratto dall’introduzione della dichiarazione interreligiosa per la Salvaguardia del Creato e della «Casa comune» preparata e firmata lo scorso 31 agosto da alcuni leader religiosi mondiali riunitisi nella città di Astana per l’Expo 2017 «Future Energy», in Kazakistan, paese che quest’anno ha ospitato l’Esposizione internazionale.

«Insieme per la cura della nostra Casa comune» è il titolo dell’appello e sottoscritto, in occasione di una tavola rotonda, da Clare Amos del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), dal Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson (prefetto per il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale), da rav Daniel Sperber (Rabbinato centrale di Israele) e dall’italiano Yahya Pallavicini, imam e ambasciatore per il Dialogo tra le civiltà dell’Isesco (Islamic educational scientific cultural organization) e vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis).

Un appello che ha anticipato di un giorno la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato tenutasi lo scorso primo settembre.

Tra i passi del documento, molti dei quali dedicati alla «collaborazione fra leader religiosi e le autorità pubbliche; organismi scientifici, scuole e organizzazioni della società civile» sono stati messi in evidenza alcuni concetti e principi morali condivisi e utili per una gestione compatibile con l’ambiente, una dichiarazione che arriva anche all’indomani della Festa del sacrificio ‘Id al-Adha condivisa da milioni di credenti di fede islamica: «Incoraggiamo tutti i credenti e le persone di buona volontà – si legge nell’appello – a nutrire una continua riflessione sui valori condivisi e sulla relazione dell’uomo con la natura».

Una riflessione, ricordano i promotori, che va di pari passo «con i sentimenti che provengono dalla contemplazione: meraviglia, umiltà, gratitudine per le cose create da Dio e rifiutando l’idea che la nostra casa comune sia il risultato di una pura casualità priva di significato».

Non sono mancate in questi anni le dichiarazioni interreligiose dedicati agli aspetti della cura della nostra «Casa comune»: il clima, l’acqua, gli oceani e le foreste ne sono stati spesso i protagonisti, tutte «iniziative, – ha ricordato l’imam Pallavicini un in comunicato della Coreis – che ispirano noi e molti altri, e dimostrano che le religioni e la spiritualità possono far crescere una forte motivazione all’impegno in un’azione concreta a favore della nostra casa comune, a favore dell’intera famiglia umana».

Il documento è disponibile nella traduzione italiana curata dalla Coreis cliccando su questo link.