brucioli

I testi di una Riforma sradicata

Poco più di duecento pagine dedicate alle Cinquecentine del fondo Piero Guicciardini nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze*. Un volume interessante per almeno tre ragioni, che ci consente di attraversare parte dell’imponente biblioteca del conte Piero Guicciardini (1808-1886: oltre duemila testi del ’500 in una raccolta di 10.000 esemplari, in particolare le Bibbie tradotte in italiano e testi di letteratura teologica e storica riguardante la Riforma del XVI secolo nel nostro paese. Una biblioteca che annovera edizioni rarissime. Il Fondo Guicciardini è custodito presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ma, dopo essere stato catalogato e studiato a cura del Centro culturale valdese, presto sarà nella sua parte cinquecentesca anche in rete sul portale del Patrimonio culturale metodista e valdese, strumento quest’ultimo istituito dalla Tavola valdese con l’intento di far conoscere e valorizzare anche on-line il patrimonio culturale valdese e in generale protestante in Italia.

Il primo aspetto che colpisce nel sfogliare questo libro-catalogo è l’affiorare dell’esperienza stessa di Guicciardini che – come scrive Massimo Firpo in una recente recensione (Il Sole – 24 ore, 27 agosto) – vide «l’impegno sociale per gli asili nido, le mense e l’istruzione dei poveri, le case popolari tutto questo portò Guicciardini a frequentare ambienti protestanti a studiare intensamente la Bibbia sino alla conversione maturata nel 1836, quando aveva 28 anni». Il giovane patrizio pochi anni dopo la conversione all’evangelo venne arrestato con l’accusa di fare propaganda protestante. Scelse l’esilio (come tanti altri italiani) in particolare l’Inghilterra. Rientrerà in patria solo dopo la II guerra d’Indipendenza.

Un secondo motivo per cui vale veramente la pena di addentrarsi in queste pagine sono i brevi quanto accurati saggi di vari studiosi che, partendo dalla raccolta Guicciardini, spaziano prevalentemente sulle questioni della Riforma in Europa e in Italia, con alcuni «medaglioni» storici che prendono le mosse dai testi presenti in catalogo, di cui viene riprodotto il frontespizio offrendo al lettore un singolare apparato iconografico.

Il terzo aspetto restituisce la cifra della Riforma in Italia nel XVI secolo: più che definirla «mancata» si dovrebbe dire di essa che fu violentemente sradicata. Questa restituzione avviene attraverso la descrizione di esemplari di edizioni cinquecentesche di autori presenti nella collezione. Si va da Lutero a Melantone, a Zwingli, Calvino, Bullinger, Bèze, Viret, Brucioli, V. Colonna, Curione, Ochino, Mainardi, Paleario, Sozzini, Vergerio, Zanchi…; s’incontra inoltre una sezione dedicata a Bibbie in lingua italiana e catechismi protestanti che circolavano nel XVI secolo nella Penisola. Chiude il tutto l’illustrazione di una serie di scritti di Savonarola (grande passione del Guicciardini) e di manuali cattolici in funzione antiprotestante. Tra questi compare il Catechismo tridentino del 1575, che non venne dato in mano al popolo ma ai preti che potevano così adattarne i contenuti a seconda delle circostanze. Un potente antidoto che verrà perfezionato dallo stesso Borromeo. Paradossalmente Lutero servì anche ai padri conciliari tridentini nel far chiarezza al proprio interno, dove il protestantesimo, non di rado, faceva capolino esercitando un certo fascino. Considerato (allora) mortale.

* Le Cinquecentine del Fondo Piero Guicciardini nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Quaderni del patrimonio culturale valdese, n. 3, a cura di Marco Fratini e Laura Venturi. Centro culturale valdese editore, 2017, pp. 226, euro 16,00.