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Da Lutero a Gianavello alla fine del mondo

Quest’anno, la serata organizzata dalla Società di studi valdesi in occasione del Sinodo, come da tradizione nella domenica di apertura, prevede il recital del Gruppo Teatro Angrogna dedicato a Lutero (ore 21 al Teatro del Forte, Torre Pellice). Una scelta quasi obbligata, nel cinquecentenario della Riforma protestante, che però ha una lunga storia, come ci racconta Jean-Louis Sappé, uno dei due interpreti insieme a Maura Bertin.

«L’anno scorso, nei giorni del Sinodo, il pastore di Angrogna Marco Di Pasquale mi chiese di riprendere il testo del Gta su Martin Lutero che nel 1983 era diventato un video per la rubrica Protestantesimo. Essendo praticamente impossibile riportare sulle scene gli oltre trenta interpreti del filmato, ho proposto una riscrittura con due soli attori nelle parti di un narratore e del monaco agostiniano. È nato così un nuovo copione, che ha conservato gli interventi di Lutero, in particolare i passaggi più significativi dei suoi scritti, cui fa da cornice il racconto che, dall’ascesa al soglio pontificio di Leone X nel 1513, si conclude nella casa di Lutero in una notte del 1528.

Il nuovo testo, per la cui stesura ci siamo avvalsi della consulenza di alcuni pastori valdesi e dello storico Albert De Lange, si caratterizza anche per l’inserimento (nella versione che presentiamo alle Valli con la collaborazione tecnica di Erica e Marco Rovara) di una suggestiva colonna musicale curata da Enrico Lantelme e (nella versione per il resto d’Italia), da alcuni canti dell’epoca, eseguiti dal vivo, tra i quali non può ovviamente mancare il Forte Rocca che chiude lo spettacolo».

Come avete risolto la scena, molto suggestiva, girata a suo tempo a Staffarda, del mercato di Wittenberg alla vigilia della festa di Ognissanti del 1517?

«È diventata un monologo con Maura (la narratrice) che, come ha scritto su Riforma Ruggero Marchetti, “solo cambiando il tono della voce e dell’espressione del viso, ha mirabilmente reso la discussione fra quattro persone nel mercato della città”».

Chi è il Lutero portato in scena da questo spettacolo?

«Il sottotitolo è “Luci ed ombre”: il recital, così come il video, non dà spazio soltanto alla significativa vicenda dell’indiscusso protagonista della Riforma, ma rievoca anche una pagina oscura della vita di Lutero, quando nel 1523 diede il suo appoggio ai principi tedeschi nella soppressione della rivolta che condusse al massacro le schiere contadine di Thomas Müntzer. Noi protestanti non abbiamo santi, e Lutero non lo è, nonostante rimanga il simbolo di quel profondo sconvolgimento spirituale che ‑ come ha scritto Giorgio Tourn ‑ ha cambiato abitudini e modi di pensare, rendendo ogni uomo e ogni donna protagoniste della propria storia e della propria vicenda religiosa, rendendo inscindibile il legame tra fede e quotidianità della vita».

Dove è stato rappresentato e quali sono i prossimi appuntamenti dopo Torre Pellice?

«Il recital ha debuttato il 17 febbraio nel tempio di Torre Pellice, in marzo è stato rappresentato a Trieste, nei locali della chiesa metodista, e successivamente a Verona, Vicenza e Bassano del Grappa. In queste due ultime località, su iniziativa del pastore William Jourdan, si è svolto in collaborazione con associazioni cattoliche. In maggio il Lutero ha girato il Ponente Ligure, da Borgio Verezzi a Vallecrosia, con 5 rappresentazioni. Il 31 ottobre sarà a Siena e ai primi di dicembre a Firenze, ospite delle rispettive comunità valdesi. Nelle Valli è stato presentato a Pomaretto e ad Angrogna, e il 26 agosto andrà in scena a San Germano Chisone».

Il 2017 è un anno di anniversari anche per un altro motivo: i 400 anni dalla nascita di Gianavello. Voi state portando in scena anche un altro spettacolo, di che cosa si tratta?

«Sì, Maura e io abbiamo proposto la rilettura a due voci di un altro spettacolo del Gta, A la brua! Un grido di libertà (1990). Il protagonista di quella recita era Giosuè Gianavello, anche se non appariva mai in scena. Gli amici della Polisportiva di Bobbio Pellice, in occasione della seconda edizione del Trail degli Invincibili che si svolgerà in ottobre nel vallone degli Invincibili, ci hanno chiesto un intervento che potesse legare, come già lo scorso anno, sport, territorio e cultura. È nato così Josué Janavel, un Invincibile, andato in scena tra fine luglio e metà agosto a Villar Pellice, Bobbio e Rorà».

In un anno così ricco di impegni state già pensando a qualcosa di nuovo?

«Abbiamo impiegato due anni per arrivare alla stesura del testo definitivo, che si intitolerà Fine del mondo a Pradeltorno. Sarà uno spettacolo volutamente provocatorio, come nella tradizione del Gta. Ne riparleremo dopo l’anteprima, venerdì 6 ottobre alla Sala Albarin di Luserna San Giovanni, con ingresso libero fino a esaurimento posti».

Questo è anche il 45° anno del Gruppo: si può fare un bilancio?

«Siamo ovviamente molto orgogliosi di essere arrivati così lontano, nel tempo e nello spazio. 45 anni rappresentano un traguardo significativo per un gruppo che ancora oggi, nonostante il clima di abbandono e la lunga e perversa deriva culturale cui il nostro paese è costretto da anni, continua a proporre non senza fatica spettacoli originali, scritti e allestiti al proprio interno. Per il quarto anno consecutivo supereremo le 30 rappresentazioni; in cartellone abbiamo 5-6 spettacoli che continuano a girare le valli e il Pinerolese, il Piemonte e altre regioni italiane, con qualche puntata in Francia e in Germania. Tutto questo, considerata anche l’età media della compagnia (intorno ai 68 anni…), è una prova evidente di eccezionalità. Nonostante le difficoltà e le spaccature che hanno caratterizzato a più riprese la lunga avventura del Gta».

E le prospettive future?

«Credo che per il Teatro Angrogna stia arrivando il momento di passare il testimone, magari ai tre dei sette studenti del gruppo teatrale del Liceo Valdese di Torre Pellice con i quali abbiamo condiviso l’esperienza entusiasmante del Jacopo Lombardini. Miriam, Samuele e Michelle si sono infatti detti interessati a continuare in qualche modo il loro impegno nel Gta. Oltre a loro, stiamo guardando con attenzione ad altri gruppi giovanili presenti sul territorio, già attivi o in via di formazione. Ne parleremo con loro e con un gruppo di studiosi di teatro e cultura popolare, da Andrea Cresti del Teatro Povero di Monticchiello a Giorgio Tourn, l’11 novembre a Pomaretto, nel corso di un convegno che abbiamo intitolato Teatro e cultura nelle valli del Pinerolese: problemi e prospettive. Saranno sette ore di confronto e dibattito, aperto alla popolazione, che si concluderanno alle 17,30 con un concerto del Coro Eiminal, che quest’anno festeggia trent’anni di attività.

Sia il convegno sia la serata del 18 novembre a Prarostino, dove il coro di Baio Dora si unirà ai festeggiamenti per i 50 anni di palcoscenico di Silvano Bertin, sono compresi nel calendario autunnale del Gta, il cui pezzo forte sarà costituito dalle rappresentazioni, per tutto il mese di ottobre, del nuovo spettacolo».