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Le fotografie di Astrid Kirshher

Negli ultimi anni una squadra di assistenti e collaboratori sta cercando di mettere mano all’archivio della fotografa Astrid Kirshher per poterlo divulgare nella maniera corretta. Con loro ha collaborato la galleria Ono Arte Contemporanea di Bologna che espone fino al 9 ottobre, presso Palazzo Fava, la mostra Kirchher with the Beatles.

Come dice il titolare e co curatore della mostra, Maurizio Guidoni «La vicenda di Astrid Kirshher è abbastanza straordinaria e meritava una mostra: lei non si interessava minimamente di musica e comunque in quel periodo, nel 1960, il gruppo che incontra nella sua città, Amburgo, non si configurava ancora come Beatles. Quando arrivarono lo fecero nel disperato tentativo di guadagnare qualcosa facendo concerti, mandati da un impresario tedesco nel quartiere di St. Pauli. Il caso volle che durante uno dei primi concerti un tal Klaus Voormann, che fu un bassista e anche grafico negli anni a seguire, in giro per la città sentì uscire della musica da uno dei locali sulla Reeperbahn, rimase folgorato e decise di portarci anche la fidanzata Astrid. Lei stessa ne rimase folgorata e da qua partì l’avventura con i Beatles».

Lei aveva frequentato l’accademia, si interessava di fotografia, di cinema francese e si ispirava al movimento dei cosiddetti esistenzialisti, prediligendo quindi colori minimali, soprattutto il nero, e il rifiuto totale della cultura americana. Per contro i Beatles nel 1960 avevano i vestiti di pelle, i capelli pettinati a banana tipici del rockabilly, perché l’influenza del rock and roll era ancora presente sia in America che in Europa.

Continua Guidoni: «Il primo servizio fotografico posato che hanno fatto i Beatles è di Astrid che chiese loro di fare uno shooting la mattina seguente a un concerto, nonostante loro fossero un po’ contrari per il fatto che di solito si alzavano molto tardi. Lei riuscì a portarli in questo luna park, non lontano dalla Reeperbahn e gli fece questa serie di scatti, che sono in mostra, dove si vedono ancora con l’abbigliamento tipico del periodo. Rimangono scatti fondamentali non solo per capire i cambiamenti anche nel tessuto socio culturale dell’Europa di quegli anni, ma anche perché sono di una bellezza straordinaria».

A distanza di due anni, quando i Beatles tornano ad Amburgo, tutto è già cambiato e questo cambiamento avviene anche per l’esperienza con Astrid. «Secondo una leggenda a un certo punto George Harrison, ancora minorenne all’epoca, si lava i capelli ma non ha voglia di usare il phon quindi se li lascia asciugare “alla Klaus Voormann”. Dopo un po’ tutti lasciano la pettinatura rock and roll e si ritrovano con le frange davanti agli occhi. La leggenda, in parte vera, è che Astrid cambia il look dei Beatles».

C’è stato uno scambio e un’influenza anche a livello di pensiero che il gruppo negli anni ha sempre riconosciuto, più che con qualunque altro fotografo con cui siano venuti in contatto. La vicinanza con lei, direttamente o indirettamente, ha cambiato il loro aspetto e per certi versi anche il modo di approcciarsi al pubblico.

La Kirshher va ancora a Londra sul set di A hard day’s night, il loro primo film; in quel momento ormai c’era intorno a loro un cordone di sicurezza enorme, ma lei riesce ancora a stare vicina e a fare foto all’interno del set, foto anch’esse esposte in mostra. Dopodiché diventano un fenomeno socio culturale di portata mondiale, sono sempre più paranoici e distanti dal mondo e questo fa si che anche Astrid a quel punto si allontani: non aveva interesse a fotografare un soggetto ritratto ormai da centinaia di fotografi.

Sulle peculiarità di Astrid Kirshher come fotografa Maurizio Guidoni aggiunge che «era l’allieva di Reinhard Wolf, fotografo famosissimo che ha influenzato la fotografia europea e non solo. Tecnicamente lei è straordinaria, infatti paradossalmente non essendosi mai interessata di musica riesce a concentrarsi sull’energia di questi ragazzi. Soprattutto le interessavano le ombre, il lato drammatico dei visi che si poteva creare con le ombre e con i bianchi e neri; ha fatto pochissime foto a colori del gruppo per cui rimane una fotografa che cerca l’essenzialità. Quando i Beatles dovettero scattare le foto per il disco With the Beatles, lei non era disponibile e loro cercarono un fotografo inglese al quale dissero semplicemente di riproporre quello che faceva Astrid, quindi è ovvio che si era creato un profondo legame non solo con lei ma anche con lo stile delle sue fotografie. Caratteristiche che hanno influenzato anche la carriera di Astrid in futuro».