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Le chiese ecumeniche mondiali e la violenza sulle donne

«L’impegno per i diritti delle donne e la lotta contro la violenza di genere non dev’essere una vocazione delle donne, dev’essere una priorità di tutta l’umanità. Dunque, l’impegno e il coinvolgimento delle persone di genere maschile deve aumentare e progredire».

Questo è l’invito emerso in occasione del Convegno di formazione annuale per le chiese e le organizzazioni umanitarie religiose promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dalla Federazione luterana mondiale (Flm) e quest’anno dedicato al contrasto della violenza e alla discriminazione verso le donne: Convention on the Elimination of all Forms of Discrimination Against Women (Cedaw), tenutosi presso il Centro ecumenico di Ginevra.

La Flm e il Cec hanno ospitato la kermesse dal 4 al 7 luglio, insieme alla Chiesa di Svezia, alla Finn Church Aid e a Missione 21. Un incontro per chiedere «maggior impegno, determinazione e coinvolgimento da parte di tutti, nessuno escluso».

Nella quattro giorni, ricorda Peter Kenny, l’informatore religioso presente all’iniziativa «i delegati hanno potuto ascoltare le relazioni delle organizzazioni religiose sui diritti delle donne e acquisire nuove conoscenze e strumenti indicati e proposti dalle Nazioni Unite in materia di diritti umani. Nel complesso i partecipanti hanno accolto con favore tutte le mozioni dibattute sia nei workshop che nelle plenarie e hanno incoraggiato le donne e gli uomini a battersi per difendere, nel mondo, i diritti delle donne».

Molte le conferenze nei quattro giorni di lavori, tutte «relazioni importanti – ricorda Byapari Monijinjir, responsabile del programma presso l’organizzazione non governativa del servizio luterano in India –. La 67ma riunione della Cedaw mi ha aiutata a comprendere meglio “la lingua” dei diritti umani e come poter portare avanti il nostro prezioso, ma difficile, lavoro in India».

Il segretario generale della Flm, Martin Junge, ha rilevato al termine dei lavori: «La violenza di genere è un problema mondiale, non marginale. Come chiese del nord, del sud, dell’ovest e dell’est, abbiamo la responsabilità di affrontare questo fenomeno e di contrastarlo con tutta la determinazione possibile».

Osservazioni, quelle di Junge, nate dalle preoccupazioni emerse in occasione dei lavori esaminati dai sottogruppi regionali che hanno lamentato un aumento di fenomeni pericolosi, quali «i fondamentalismi, gli abusi sessuali, i traffici e la tratta di donne e l’aumento delle povertà»; ancor più grave «lo sdoganamento di una cultura dell’impunità e del silenzio, spesso politicamente e socialmente non criminalizzata».

Sottolineate, dall’altra, anche le opportunità e le forze esistenti: «le chiese e le organizzazioni religiose sono ben radicate nelle comunità locali, oggi c’è maggior consapevolezza su temi quali la difesa dei diritti umani e la violenza sule donne. Le collaborazioni con altre parti che operano in tal senso, organizzazioni umanitarie, associazioni, chiese e i referenti delle Nazioni Unite, sono un segno concreto per riporre le speranze per il futuro», rileva Kenny.

I 50 delegati delle chiese membro del Cec e della Flm, impegnati nella quattro giorni di lavori, sono giunti dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia e dall’America latina.

«Non possiamo deragliare», ha concluso Junge, perché altre questioni stanno minando «le fondamenta della democrazia mondiale» con paradossi eclatanti «coloro che vogliono aiutare i migranti nel Mare Mediterraneo, impedendo loro di morire, invece di essere apprezzati sono “criminalizzati” e il loro coraggio umanitario è oggetto di obiezioni. Tutto ciò mi preoccupa», ha ribadito Junge, mettendo in relazione la «criminalizzazione» riservata a chi si occupa di salvare rifugiati e richiedenti asilo con chi si occupa di tutela dei diritti delle donne: «non lasciate che qualcuno possa farvi deragliare da quello che state facendo mentre siete impegnati a combattere la violenza, qualsiasi tipo di violenza: sostenere i diritti delle donne è perseguire la giustizia», ha concluso Junge.

Immagine: Oikoumene