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I tanti protestantesimi all’ombra della Mole

È veramente un encomiabile, ma anche utilissimo, strumento di conoscenza questo ventennale lavoro di ricerca dell’«Osservatorio sul pluralismo religioso», fondato nel 1995 all’interno dell’Università di Torino e diretto dal professor Luigi Berzano. Studenti, laureandi e ricercatori volontari hanno documentato la presenza di ben 105 «presenze organizzate» nella città di Torino, descrivendo ciascuna nella sua «storia, organizzazione, dottrina, attività, rapporto con la società civile, stili di vita, pubblicazioni». Ogni scheda, poi, contiene l’indirizzo della comunità, il recapito del pastore o dell’anziano, l’indirizzo mail e/o il sito web, rendendo perfettamente accessibile a chi si voglia informare quel mondo perlopiù sconosciuto del variegato protestantesimo, che giustamente qui merita il titolo al plurale del libro, quantificando in ben 231.362 il numero attuale dei suoi componenti.

La ricerca individua cinque tipi di protestantesimo: le chiese protestanti storiche, le chiese del Risveglio, le chiese pentecostali, le chiese pentecostali dell’immigrazione, e l’insieme di associazioni, media ed eventi collettivi, nel solco dell’antesignano insegnamento di Giorgio Spini. E cinque sono le cause alla base della crescita del pluralismo religioso in Occidente: le libertà individuali, i flussi migratori, l’avanzamento delle scienze delle religioni, il formarsi delle grandi aree urbane, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e dei trasporti.

Nella sua densa Introduzione, Luigi Berzano indica la necessità di una «pedagogia del pluralismo religioso», e la basa su due dati fondativi: il diritto della «dignità della libertà religiosa di essere emancipata da un unico e rigido rapporto con la realtà, ma di confrontarsi continuamente con la propria capacità di trascendere il reale», e in secondo luogo, il riconoscimento della «finitezza di ogni espressione del divino costruita dall’uomo. E quindi la finitezza di ogni religione».

È necessario perciò sempre di più un impegno degli individui e delle istituzioni per una «cultura della libertà religiosa», già sancita nel 1948 dalla «Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo» (all’articolo 18), approvata dall’Onu: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti».

Ciascuno può vedere, di fronte a tante tragedie odierne, quanto questo articolo (e di conseguenza la filosofia sottesa a questa ricerca) sia di attualità. Approfondiscono la ricerca da diverse e importanti angolature le prefazioni di Giorgio Bouchard, Carmine Napolitano e Giancarlo Rinaldi. Questo libro, a cui auguriamo meritata fortuna, è stato recentemente presentato con la partecipazione di folto pubblico alla Fiera del Libro di Torino.

* L. Berzano, A. Cannariato, M. Dicembrino, Protestantesimi a Torino – La Riforma continua. Torino, La Casa della Bibbia, 2017, pp. 297, euro 17,90.
Immagine: Di MHM55 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12750537