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Le regole della movida pinerolese

La gestione della vita notturna, con l’arrivo dell’estate e il conseguente massiccio afflusso di persone per le strade e le piazze, è certamente un tema di grande attualità. Ciò è dovuto, soprattutto ma non solo, alle problematiche vicende legate alla città di Torino che, all’indomani dei fatti di piazza San Carlo, si era trovata a dover prendere misure a maggiore garanzia dell’incolumità pubblica e fossero in grado di arginare (almeno parzialmente) le proteste di chi ritiene di essere molestato dagli eccessi della movida.

In questo quadro generale anche Pinerolo ha voluto trovare accorgimenti per gestire al meglio il notevole afflusso di persone che popolano queste notti estive, quest’anno più che mai attirate da un fitto calendario di eventi e manifestazioni. Così, nel corso di questa settimana, il comune ha emanato un’ordinanza che va a regolare gli aspetti più critici di questa situazione, ad esempio l’uso del vetro e gli orari della musica dal vivo «Ci tengo a sottolineare che l’ordinanza non va a sconvolgere in alcun modo lo stato delle cose precedente – spiega il sindaco Luca Salvai – ma ribadisce e corregge alcuni aspetti già contenuti nel regolamento comunale»

In concreto, tale ordinanza vieta la vendita d’asporto di bevande in vetro a partire dalle ore 18 e fissa alle 23 in settimana e alle 00.30 nei week-end l’orario limite per le esibizioni di musica dal vivo. L’ordinanza è stata preceduta da un incontro con i gestori dei locali, avvenuto lo scorso giovedì 29 luglio, per spiegarne modalità e principi «Nonostante gli esercenti abbiano manifestato preoccupazione nel timore che i loro introiti possano essere parzialmente intaccati – afferma il sindaco – mi è parso che, nel complesso, le regole siano state comprese e accettate da tutti. La dimostrazione l’ho avuta durante lo scorso fine settimana, quando, girando per Pinerolo, ho constatato come i gestori dei locali abbiano già cominciato ad adeguarsi alle regole, pur non essendo ancora stata pubblicata l’ordinanza».

Salvai ci tiene poi a sottolineare come lo scambio e il confronto con i diretti interessati rappresenti un modello ideale per la gestione di problematiche concrete legate al territorio «Il fatto positivo è che si riesca a sedersi intorno a un tavolo, parlarsi e trovare delle regole condivise. L’ordinanza dev’essere, in tal senso, l’atto finale di un dialogo costruttivo. L’amministrazione, inevitabilmente, si esprime sotto forma di atti, ma è molto importante che gli stessi siano il meno possibile calati dall’alto, ma siano piuttosto il frutto di una condivisione e costruzione comuni».

Immagine: via Pexels