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Spini: «L’attualità dei fratelli Rosselli sono la giustizia e la libertà»

Venerdì scorso presso l’Archivio di Stato di Firenze si è tenuto un importante incontro di studi in occasione del rientro, proprio nella città dell’Arno, dell’importante Archivio della famiglia Rosselli proveniente da Torino.

I fratelli Rosselli uccisi ottant’anni fa  in Francia da un gruppo neofascista denominato Cagoule, collegato ai servizi segreti italiani e su mandato dal governo fascista italiano, «sono più che mai attuali grazie alla loro strenua difesa della giustizia e della libertà».

L’archivio storico formato da lettere, carteggi, fotografie conservato presso la Fondazione Rosselli di Torino è stato recentemente assegnato e inviato all’Archivio di Stato di Firenze: «una sede congrua non solo perché i fratelli Rosselli erano fiorentini ma anche perché a Firenze c’è l’archivio di Giustizia e libertà presso l’Istituto storico della Resistenza in Toscana – ricorda a Riforma.it il professor Valdo Spini, presidente del Circolo Fratelli Rosselli e già ministro della Repubblica italiana –. Questo ritorno alle origini ci riempie di gioia. Come Circolo di cultura, ora Fondazione, discendente del Circolo avviato dai fratelli Rosselli, la possibilità di aver a disposizione e in città questa preziosa documentazione che, per varie vicissitudini, rischiava di essere persa è molto importante, una bella conquista; sono tutti documenti utili per indagare nella storia famigliare dei due intellettuali, e negli interstizi del Risorgimento italiano».

La sezione risorgimentale, infatti, conserva 775 documenti dal 1805 ai primi del 900 ed è suddivisa in due fondi ben distinti, provenienti l’uno, il Fondo Nathan-Rosselli, dal ramo paterno, l’altro, Il Lascito Pincherle, dal ramo materno. Le carte sono accompagnate da note di studio di Nello Rosselli del 1933-1937.

La sezione famigliare accoglie la documentazione sino al 1930, quella attualmente archiviata. La parte preponderante è rappresentata dal carteggio, anche se non mancano alcuni documenti di carattere personale, quali attestati, diplomi, certificati, conti e una raccolta di lettere, ritagli di giornale, documenti e fotografie concernenti la morte di Aldo Rosselli durante la prima guerra mondiale.

«L’anniversario e le iniziative messe in campo in questi giorni sono i di notevole valore culturale – prosegue Valdo Spini –, recentemente siamo stati ospitati in Francia il 6 giugno per un convegno di un’intera giornata promosso da valdesi impegnati oltralpe e al quale hanno partecipato studiosi italiani e francesi. La cosa che più mi ha emozionato è stata la folta partecipazione di giovani studenti interessati al tema. Ovviamente, non potevamo non passare a Bagnoles-de-l’Orne, luogo in cui furono assassinati i fratelli Rosselli il 9 giugno del 1937 e visitare il monumento a loro dedicato. Poi, siamo stati a Torino per un importante convegno tenutosi al Polo del 900».

Anche oggi, lunedì 12 giugno alle 18, presso il Salone d’onore del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, si terrà un ricordo di Carlo e Nello Rosselli per l’ottantesimo anniversario del loro sacrificio con gli interventi di Vincenzo Servalli, il Sindaco di Cava de’ Tirreni, Carmine Pinto dell’Università di Salerno, Mariano Agrusta del Circolo Rosselli Cava de’ Tirreni e le conclusioni di Valdo Spini.

«Possiamo ritenerci soddisfatti di come stiamo ricordando l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa dei fratelli Rosselli. Lo stiamo facendo in modo transfrontaliero e con un sapore europeo. Poi, quest’anno grazie all’importantissimo ritorno degli archivi si creerà una strategica sinergia tra tutti gli archivi esistenti, come quello conservato a Firenze da Giustizia e libertà e collocato presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Infine, c’è il tema dell’attualità del messaggio dei fratelli Rosselli; Calamandrei fece scrivere sulla loro tomba “Carlo e Nello Rosselli, giustizia e libertà, per questo morirono, per questo vivono”. L’indissolubilità di questi due termini: giustizia e libertà è l’attualità del loro messaggio. Forse una volta si rivendicava con maggior vigore la necessità di libertà, oggi, credo, siamo tutti chiamati a rivendicare, e con più urgenza, la ricerca di giustizia. Occorre ricostruire programmi politici, piattaforme sociali e orientamenti ideali all’insegna dell’indissolubilità di quel binomio. Ricordiamoci, sempre, che uno dei due termini non può vivere senza l’altro».