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Primo studente cristiano all’università al-Azhar

L’università al-Azhar  del Cairo, in Egitto,  è uno dei più antichi e importanti centri d’insegnamento dell’islam sunnita, con una storia millenaria. Ha formato nel tempo gli imam e gli esperti di legge che hanno poi predicato nelle moschee di tutto il mondo, ma ha sfornato anche intere generazioni di medici, ingegneri, scienziati.

Dal momento che lo studio  e la conoscenza approfondita del Corano è una delle caratteristiche essenziali dell’ateneo, fino ad oggi nessun studente cristiano ne ha mai frequentato le lezioni (almeno ufficialmente, mentre in realtà alcuni casi, mai pubblicizzati, si sussurra vi siano stati) . Ora, per la prima volta, il cristiano copto Abanoub Guirguis Naeem, giovane laureato in odontoiatria, è stato ammesso ad un tirocinio. Non si tratta ancora dunque dell’ammissione ad un intero corso di laurea, ma di un primo significativo passo , la volontà dei vertici di al-Azhar di rispondere ai numerosi appelli al dialogo che in questi ultimi periodi, caratterizzati dall’esplosione della violenza fondamentalista, sono giunti da vari organismi ecumenici e leader religiosi.

Nel solo mese di aprile prima una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese guidata dal segretario generale pastore Olav Fykse Tveit e poi papa Bergoglio pochi giorni dopo, si sono recati in visita ai locali dell’università, ospiti del Gran imam Ahmad al-Tayyeb, ed in entrambe le occasioni i discorsi ufficiali hanno avuto i propri passaggi fondanti nella necessità di formare nuove generazioni non ripiegate su sé stesse, ma aperte al dialogo e alla reciproca comprensione.

Ecco quindi giungere un primo segnale da un’istituzione carismatica, che tenta di smentire l’immagine di una realtà chiusa, e cerca di consolidare il ruolo di leader del mondo islamico che rigetta il terrorismo e si apre invece al mondo con volontà concilianti e dialogiche.

Significativo infine che il giovane studente appartenga alla minoranza copta, oggetto nel paese di una catena di terrificanti attentati da parte dei fondamentalisti.  Un altro segnale dato a chi cerca con le bombe di seminare odio e paura.

Il tempo ci dirà se si tratta di un atto estemporaneo o dell’avvio di un significativo percorso.

Immagine: By Daniel MayerOwn work, GFDL, Link