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«Contro il terrore non bisogna nascondersi»

L’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nel corso della celebrazione della Pentecoste, ha commentato l’attacco terroristico avvenuto a Londra sabato sera nel quale sono morte almeno sette persone.

Rivolgendosi a centinaia di persone presenti nella Chiesa della Santa Trinità, Folkestone, l’arcivescovo ha detto che l’attacco, accanto all’esplosione avvenuta a Manchester della scorsa settimana, e agli altri conflitti in corso in tutto il mondo, sono «la prova che abbiamo bisogno della differenza».

La differenza a cui si riferisce Welby, «è quella che fa Gesù. Dobbiamo sapere che qualsiasi cosa la gente faccia a noi, Dio ci ama per sempre». «Non è la differenza che i partiti politici, comunque sinceri e impegnati, possono portare. Ma è la differenza che solo Dio può fare», ha aggiunto.

Il Regno Unito, ha affermato Welby, è chiamato a superare il pericolo, non a nascondersi e ritirarsi in luoghi chiusi, facendo un riferimento al giorno della Pentecoste quando lo Spirito Santo scese sui discepoli di Gesù, che impauriti si erano nascosti in una stanza chiusa.

«Le porte chiuse, come abbiamo visto la notte scorsa, sono a volte una necessità ma dobbiamo sapere come andare avanti. C’è il rischio che la nostra nazione diventi un popolo che fugge a causa del pericolo e si chiude, quando invece la nostra cultura, la nostra storia e la nostra vocazione ci chiamano a sconfiggere il pericolo e coloro che causano pericoli».

Il culto di Pentecoste è stato trasmesso in diretta sulla BBC1 e ha segnato il culmine delle celebrazioni dell’iniziativa mondiale di evangelizzazione, voluta dall’arcivescovo, «Venga il tuo Regno».

In apertura al suo sermone, Welby ha detto: «Il potere più forte in questo mondo è l’amore di Gesù Cristo. È più potente del male del terrore o della profonda malvagità del terrorista. È invisibile alla maggior parte dei governanti; è inaudito alla maggior parte dei comunicatori. Questo amore non ha alcun account Twitter, non compare su Facebook, ma ha sconfitto più nazioni di quanto abbiano fatto i più grandi eserciti, ha cambiato più vite di quanto abbiano fatto i migliori oratori e comunicatori, ha attirato più persone in una vera comunità rispetto alle comunità virtuali dei social media. Esso rompe le barriere tra le razze, abbatte le frontiere tra le nazioni, sconfigge l’oppressione tra i generi e le classi. È l’amore che ogni giorno trasforma la mia vita, le nostre vite e quella di tutti coloro che seguono Gesù Cristo e la vita di molti milioni di persone in tutto il mondo».