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Eutanasia e suicidio assistito interrogano i protestanti

La Commissione Bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia ha licenziato a maggioranza il proprio documento dal titolo «È la fine, per me l’inizio della vita”. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante, ora inviato alle chiese locali perché lo possano discutere. Il titolo del documento si basa sulle ultime parole attribuite al pastore e teologo luterano Dietrich Bonhoeffer prima della sua esecuzione avvenuta a Flossenbürg nell’aprile 1945 a seguito del suo coinvolgimento nella cospirazione contro Hitler.

Il testo si compone di 8 paragrafi, il primo dei quali, introduttivo, fa il punto su come sia cambiato il quadro di riferimento nei vent’anni intercorsi dall’ultimo testo redatto nel 1998 da quello che era il «Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza alla fede», nominato – all’epoca – dalla Tavola valdese. I mutamenti che vengono individuati riguardano la tipologia dei soggetti coinvolti (per la comparsa e diffusione di altre patologie, che impongono di non limitare il discorso ai soli malati oncologici terminali); lo sviluppo delle tecniche più recenti in medicina (e farmacologia); la maggior disponibilità di dati su cui ragionare.

Segue un paragrafo di «definizioni», atto a chiarire la distinzione tra eutanasia e suicidio assistito, mentre nel 3° e 4° punto si introducono i concetti di medicina palliativa e di sedazione palliativa. Il quinto paragrafo è poi relativo al quadro normativo, e comprende una panoramica relative alle legislazioni vigenti in Paesi come Francia, Usa (in particolare l’Oregon), Svizzera.

La parte più rilevante del testo è però al §6, «Il problema da un punto di vista etico e teologico», dove la sfida è rispondere alla domanda su come si possano considerare eutanasia e suicidio assistito in sede etica da parte di una comunità cristiana. Si pongono qui ovviamente gli interrogativi più stringenti, in particolare sul rapporto tra la necessità che una singola persona può avvertire di voler por fine ai propri giorni e la vita nella fede cristiana. Vengono dunque analizzati i concetti di dono, gratuità e riconoscenza, che caratterizzano ogni giorno l’esistenza di ogni credente. Molti i riferimenti a testi biblici, e anche a opere di Bonhoeffer e di Karl Barth.

Centrale, nel capitolo successivo (punto di vista sociale e legislativo), è la questione se esista o meno una distinzione fra azione e omissione, tra causare un evento o lasciare che esso avvenga. Su questa domanda si soffermano ancora le conclusioni del documento, che né esaltano oltremisura l’autonomia della persona né le legislazioni eccessivamente pronte a liberalizzare le pratiche atte a metter fine alla propria esistenza.

Seguendo questo link potete invece leggere un’intervista sul tema al prof. Luca Savarino.

Immagine: di Sage78, via istockphoto.com