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L’opera salvifica di Dio

Benedetto sia Dio, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui
Daniele 3, 28

Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella. L’angelo, battendo il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: «Àlzati, presto!» E le catene gli caddero dalle mani
Atti degli apostoli 12, 7

Dio non opera sempre mosso dalla nostra fede. Noi, suoi servi, confidiamo in lui e trasgrediamo l’ordine dei potenti, siano essi re o sommi sacerdoti, esponendo i nostri corpi al rischio di condanna e morte. Confidiamo in Dio anche se dovremo sperare contro ogni speranza che ci potrà liberare: insieme ai tre amici di Daniele, ci rifiutiamo di adorare la statua d’oro e servire gli dei di turno; con gli apostoli dichiariamo che è giusto ubbidire a Dio anziché agli uomini, motto dei valdesi della prima ora, anch’essi passati per la fornace, non sempre liberati da un angelo. Lo stesso spirito di fedeltà alla verità anima ancora i martiri della fede, testimoni di un Cristo incatenato e crocifisso sui mucchi di menzogne del mondo: ricercatori, religiosi, giornalisti, poeti, riformatori. Di fronte al plotone d’esecuzione, ne faranno un evento significativo, non assurdo, affrontandolo a viso aperto, negando per convinzione alle potenze di questo mondo il diritto di farci deviare dalle vie della giustizia e della pace. Che dire dell’operato salvifico di Dio? Perché abbandona al silenzio della croce i suoi testimoni che muoiono assetati di giustizia? Perché non invia sempre l’angelo per liberarli dal fuoco e dalla spada? L’esito vittorioso di alcuni racconti biblici è forse troppo predeterminato per risultare credibile a chi ha conosciuto il silenzio di Dio di fronte ai forni crematori? Eppure Pietro nella cella e i tre nella fornace avevano preso posizione senza speranza di salvezza, per fedeltà alla coscienza. La salvezza che Dio opera non viene presentata come ricompensa, è un atto di fedeltà parallelo alla ricerca di giustizia per un nulla, priva di un tornaconto personale. I martiri si affidano a Dio perché il loro sacrificio sia riscattato.

Chi vive la tensione tra il «già ma non ancora» deve attendere il pieno trionfo di Dio che salverà il mondo dalle forze demoniache di menzogna, violenza e oppressione. Saremo capaci di piccoli e grandi rifiuti per opporci alle forze disgregatrici insite nel nostro cuore e nel nostro mondo? Anche se non si darà alcun angelo?

Immagine: di sakdinon, via istockphoto.com