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La Riforma Protestante secondo Piero Guicciardini

Una delle più importanti raccolte di libri presenti in Italia è quella di Piero Guicciardini, figura di spicco del protestantesimo italiano dell’Ottocento, noto appunto per la sua passione di collezionista. Nella sua vita raccolse circa diecimila edizioni dal Cinquecento all’Ottocento, di cui oltre duemila scritti legati alla Riforma.

Proprio alla sua collezione la Fondazione Centro Culturale Valdese di Torre Pellice ha deciso di dedicare la mostra Una Riforma religiosa per gli italiani: le edizioni del XVI secolo del Fondo Piero Guicciardini, che sarà esposta dal 3 maggio al 30 giugno nella sala Dante della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Una seconda mostra, più contenuta e senza gli originali, che non si possono spostare da Firenze, sarà visitabile al Centro Culturale Valdese di Torre Pellice per tutta l’estate: qui saranno esposti i pannelli della mostra di Firenze, delle riproduzioni, dei video e alcuni esempi di libri dell’Ottocento della biblioteca valdese di Torre Pellice.

Abbiamo intervistato il curatore di queste mostre, Marco Fratini del Centro Culturale Valdese, che ci ha spiegato chi era Piero Guicciardini e che ruolo ebbe nella Firenze dell’epoca.

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Un’istantanea di Piero Guicciardini

«Guicciardini nacque agli inizi dell’Ottocento in una famiglia benestante e sin da giovane si interessò alla lettura della Bibbia. Una cosa particolare, visto che in quei secoli l’accesso al testo sacro non era così semplice, soprattutto nella versione in lingua volgare italiana. Diventò poi collezionista di libri e simpatizzante del protestantesimo. Questa passione gli creò diversi problemi a livello politico, ma Guicciardini, pur di non rinunciare alle sue scelte religiose, preferì l’esilio: prima in Piemonte, poi in Svizzera, in Francia e infine in Inghilterra. Ritornò a Firenze solo nel 1859, dopo aver girato l’Europa e aver acquistato migliaia di libri nel mercato antiquario, alcuni dei quali molto rari».

Guicciardini non si trovò in piena sintonia con la chiesa valdese e diede vita, insieme ad altri, alla Chiesa cristiana dei Fratelli, frequentata ancora oggi, e i cui membri hanno collaborato attivamente nella cura e organizzazione di questa mostra.

«Abbiamo voluto far emergere in questa mostra come Guicciardini leggeva la Riforma – prosegue Fratini – . Lui formò la sua idea personale del protestantesimo attraverso i libri e i personaggi che conobbe e studiò. In Italia la Riforma fu vista come una possibilità mancata. In effetti fino al 1700 non interessò quasi a nessuno, se non agli stessi riformati, che però erano in forte minoranza. Guicciardini, invece, volle controbattere a questa affermazione dimostrando, con la sua collezione, la grande quantità di autori che tradussero la Bibbia, scrissero testi e collaborarono con lo spirito della Riforma, che affermava il diritto di tutti a leggere ed interpretare la Bibbia nella propria lingua».

Guicciardini si interessò molto alle figure dei precursori della Riforma, come Jan Hus o Savonarola, prendendoli come esempio di alternativa possibile al cattolicesimo.

L’interesse per la Bibbia lo portò a collezionarne diverse centinaia di esemplari: voleva vedere com’era stata tradotta nel corso dei secoli nelle varie lingue nazionali europee, proprio per la sua convinzione che le Sacre Scritture non dovessero rimanere ferme solo al latino.

«Il progetto della mostra – aggiunge Fratini – ha previsto anche la catalogazione di circa duemila testi cinquecenteschi del Fondo Guicciardini sul Servizio Bibliotecario Nazionale. Non erano ancora mai stati catalogati, ora sono reperibili in rete: è stata una grande impresa, possibile anche grazie ad un finanziamento con fondi dell’8 per mille valdese. Abbiamo valorizzato, con l’aiuto di Laura Venturi, una parte notevole di quello che è il patrimonio culturale protestante italiano, che viene portato così a disposizione di tutti».

Nelle mostre dedicate a Piero Guicciardini a Firenze e a Torre Pellice si potranno ammirare principalmente libri, ma anche alcuni disegni tratti dai taccuini che compilò durante il suo esilio in Europa, fotografie e documenti relativi ala sua vita.