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Il messaggio della rete ecumenica del Sud Sudan

La rete ecumenica del Sud Sudan (Enss), ha espresso grande preoccupazione per la «crisi senza precedenti causata dai violenti conflitti che stanno devastando tutta l’area africana, e causando fame e morte e migrazioni», una crisi che «lacera» soprattutto il Sud Sudan.

Il gruppo di lavoro e di monitoraggio ecumenico, si è riunito lo scorso 27 marzo a Ginevra presso il Centro ecumenico e ha inviato il suo messaggio pastorale al Consiglio delle chiese del Sud Sudan (Sscc) e a tutte le persone colpite dalle difficoltà che colpiscono la nazione africana.

«Riconosciamo che – dice il messaggio –, seppur nella sofferenza e nel dolore, le comunità e le chiese continuano a accompagnare molte persone in questo percorso di sofferenza e in tempi davvero difficili; un vero sostegno di speranza e soccorso a tutti i figli di Dio», si legge nella lettera.

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Olav Fykse Tveit e Frank Chikane, moderatore della Commissione per gli affari internazionali del Ccia, si sono incontrati con i membri della Enss: «Il Sud Sudan è da sempre dimenticato – ha detto Tveit –, è importante utilizzare e far sentire la nostra voce come Consiglio ecumenico delle chiese, affinché si possa continuare a mantenere alta l’attenzione su ciò che sta accadendo in quelle terre. É necessario altresì ottenere maggiore attenzione e interesse da parte dell’opinione pubblica, e così non deve mancare l’attenzione internazionale», ha concluso Tveit.

Chikane, già collaboratore del presidente Nelson Mandela, in seguito è diventato il direttore generale della presidenza del Sud Africa, ha ricordato le sfide del suo paese: «da sempre mi pongo la stessa domanda: cosa avremmo potuto fare per evitare le morti e la distruzioni? Credo non molto di più di quello che abbiamo fatto e stiamo tuttora operando come chiese. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti per porre fine alle sofferenze e alle violenze».

La rete del Sud Sudan spera e prega per un forte impulso dell’ecumene internazionale e nella prossima visita del papa in quell’area.

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