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L’Europa unita delle chiese

Si è tenuto a Wittenberg (Germania), dal 17 al 19 marzo scorso, il Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa (Ccpe), un organismo ecumenico continentale nato dalla cosiddetta “Concordia di Leuenberg”, che dal 2003 raggruppa 106 chiese luterane, metodiste, riformate e unite di oltre 30 paesi europei, in rappresentanza di circa 50 milioni di cristiani protestanti.

Nel Cinquecentenario della Riforma protestante e alla vigilia delle celebrazioni per i sessant’anni dei Trattati di Roma, il Consiglio Ccpe ha posto al centro il tema dell’Europa unita – “casa comune” della vita delle chiese europee – pubblicando una riflessione su come l“unità nella diversità riconciliata”, intesa come visione teologica e spirituale tra le chiese, possa in questo contesto assumere anche un valore “socio-politico”: “Le sfide che abbiamo di fronte – la salvaguardia dell’ambiente, la tessitura di buone relazioni con altri continenti vicini ed il loro sviluppo, la gestione della globalizzazione, e molte altre – richiedono soluzioni europee”.

Tra i protestanti italiani, erano presenti a Wittenberg la presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi) Mirella Manocchio e il pastore valdese Pawel Gajewski, in qualità di membro supplente e consulente teologico del Consiglio Ccpe. «Partecipare al culto conclusivo è stato emozionante – ha dichiarato la presidente Manocchio all’agenzia stampa Nev -, durante la Cena del Signore ho potuto vedere anche plasticamente la comunione di chiese che per secoli si sono combattute, e non solo “a fior di penna”. La Concordia di Leuenberg – ha proseguito Manocchio – è stata una tappa felicissima nell’impegno delle differenti denominazioni cristiane verso una comunione vivente in Cristo; ma oggi alle chiese europee è chiesto di fare un ulteriore passo in avanti nell’attuazione di quei comuni valori evangelici che “assumono un significato socio-politico”, penso al sostegno alla dignità umana senza confini territoriali e all’amore fattivo per la creazione tutta. Sono profondamente convinta – ha concluso la presidente Opcemi – che per noi chiese protestanti questo possa essere il modo migliore per onorare coloro che sessanta anni fa cercarono di fare i primi passi verso una visione di Europa non come fortezza chiusa, ma quale tenda aperta e pronta ad allargarsi a nuovi venuti».

«La Riforma è sempre in divenire – ha dichiarato dal canto suo il pastore Pawel Gajewski -, approfittando di una ricorrenza dell’Europa politica il Consiglio Ccpe ha voluto mettere nero su bianco che questo vale sia per le comunità di fede sia per la società civile, in cui le chiese protestanti sono uno dei principali fattori di riconciliazione delle diversità».

Il documento integrale prodotto dal Consiglio della Ccpe è disponibile a questo link.

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