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Il cardinale Kasper a Pinerolo: l’ecumenismo è la teologia del nostro tempo

Due sono i fatti sui quali il cardinale Kasper ha intrattenuto il pubblico che gremiva la chiesa valdese di Pinerolo la sera del 16 marzo scorso: da un lato egli ha spiegato lo sviluppo delle varie Riforme nel secolo XVI, entro le quali occorre situare Lutero e riconoscergli una vena spirituale molto intensa; dall’altra il cardinale ha messo in rilievo come a partire dalla fine della seconda guerra mondiale in Europa e altrove i credenti di ogni chiesa si siano riavvicinati e le Chiese stesse abbiano sempre di più connotati comuni. In relazione con questo secondo fatto Kasper ha sottolineato l’importanza della musica nelle Chiese: sono 180 – egli ha detto – gli inni comuni antichi e nuovi. Di conseguenza l’ecumenismo, che è la grande realtà cristiana del nostro tempo, è «la risposta a una nuova situazione». Inoltre l’ecumenismo «prende sul serio le differenze» e mantiene la ricerca di unità in una pluralità di approcci diversi. Mentre nel secolo XVI la polemica si allargava sempre più, e le discussioni comuni furono molto poche, oggi deve prevalere il senso inverso: dalla distanza al riavvicinamento. Alcuni scogli sono superati, sostiene il cardinale citando i documenti emanati insieme da cattolici e luterani.

L’intervento del cardinale Kasper suggerisce varie considerazioni. Non molto tempo fa il papato aveva enunciato la teoria dei “due polmoni” dell’Europa, che erano allora il Cattolicesimo romano e le Chiese ortodosse greca e russa. Ora sembra che il problema si sia spostato su un nuovo terreno, quello dell’Unione Europea dove il peso rispettivo dei cattolici e dei protestanti teoricamente si equivale. In Europa il Cristianesimo può presentarsi sostanzialmente come un elemento storicamente e spiritualmente unitario sia pure con voci varie. Nei dibattiti sulla cultura europea tale fattore ha un’importanza non trascurabile. Le celebrazioni della Riforma protestante si inseriscono in questo ambito.

I due fatti centrali illustrati dal cardinale Kasper sono incontestabili. La verità cristiana vive nella storia, non soltanto nella dottrina. L’accento che egli pone sullo sviluppo storico gli avrebbe forse valso cent’anni fa l’etichetta di prete modernista! Le odierne relazioni tra le chiese avvengono fortunatamente in una atmosfera tutta diversa. Non è detto però che in omaggio alla nuova atmosfera la diversità dottrinale debba essere lasciata cadere.

Questa era la prima di quattro conferenze pubbliche sul tema Riforma, due affidate a cattolici e due a protestanti, tenute rispettivamente ciascuna in un locale della parte opposta. Dopo l’intervento di Paolo Ricca (20 aprile) le prossime conferenze saranno quelle di Giancarlo Pani (Civiltà Cattolica), su «L’affissione delle Tesi di Lutero sull’indulgenza: storia o leggenda?» (giovedì 28 settembre, chiesa valdese) e di Sergio Rostagno, dal titolo «Scusi Dottor Lutero, perché dovrebbe aver ragione solo lei?» (in ottobre, data e luogo da stabilire). Il card. Kasper ha così fatto iniziare nel modo migliore l’estate ecumenica del pinerolese.

Immagine di Samuele Revel