foto_magnano

La colletta dei compleanni

Kofi ne Ama, cioè «Venerdì e sabato», è il nome che si dà nelle chiese metodiste del Ghana a una particolare colletta, in cui ognuno versa la sua contribuzione, in un momento prestabilito del culto, a seconda del giorno della settimana in cui è nato. E non è difficile ricordarselo, perché alla nascita ogni bambino e bambina riceve, oltre al primo nome, il nome corrispondente al giorno. Così, ad esempio, venerdì è Kofi per i maschi, Afua per le femmine; sabato è Ama per le femmine, Kwame per i maschi.

Oggi questa usanza, che è diffusa anche in Togo, Sierra Leone e altri paesi, è diventata un’abitudine in varie chiese metodiste e valdesi italiane, soprattutto quelle caratterizzate da una realtà multiculturale come Udine, Parma-Mezzani, Vicenza, Modena, Palermo (La Noce), Milano (metodista).

Alcune la fanno tutti i mesi, come ci spiegano i pastori di queste chiese, altre una volta all’anno o in occasioni particolari, come i culti bilingui. La «colletta dei compleanni», così è anche chiamata, può aggiungersi alla colletta domenicale, come succede nei paesi di origine di questa usanza, oppure sostituirla.

Alcune chiese, come quella metodista di Milano, hanno variato il modello ghanese, adottando da circa quattro anni quello proposto dai fratelli e dalle sorelle filippine, che considera non il giorno ma il mese di nascita. «Nelle loro chiese di provenienza», spiega Patrizia Bertesi, «è uso lodare e ringraziare il Signore anche attraverso formule gioiose di contribuzione, come la colletta dei compleanni. Anche dai nostri fratelli e sorelle che provengono dall’estero è forte il messaggio che la contribuzione è parte della testimonianza evangelica e del culto».

La colletta si trasforma in un momento vivace e molto colorato e ogni comunità ha le sue modalità: «La colletta segue una sua particolare liturgia», spiega Andrea Magnano, presidente del Consiglio di chiesa metodista a Parma: «Le persone si avvicinano a gruppi, danzando: solitamente prima gli uomini, poi le donne, i giovani (maschi e femmine, ma generalmente un po’ separati) e infine i bambini». In altre chiese, invece, si chiamano le persone per giorno della settimana, cominciando dal lunedì. «Poi, a seconda delle occasioni, una danza può essere aperta da un gruppo in particolare, come nella foto, dove le donne hanno aperto la colletta».

La foto si riferisce al gruppo di Casalmaggiore, che, spiega ancora Magnano, «è costituita in gran parte da fratelli e sorelle provenienti dal Ghana. Circa sette anni fa il gruppo si è avvicinato alla chiesa metodista di Parma-Mezzani dopo le prime visite pastorali dell’envoyé Cevaa, pastore Elymas Newell, proseguite poi da Giuseppe La Pietra, che con Bruno Loraschi riuscì a trovare un luogo di culto. Grazie al lavoro pastorale e alla mediazione interculturale svolta dalla pastora Mirella Manocchio nel suo periodo a Parma-Mezzani, il gruppo ha maturato la decisione di iscriversi, contribuendo con grandi difficoltà anche al Fondo Ministero. Attualmente la principale preoccupazione rimane il luogo di culto, che dovrà essere lasciato all’inizio dell’estate. Le principali attività sono il culto domenicale (la candidata pastora Noemi Falla vi predica periodicamente, così come il pastore Dominique Danso, nuovo inviato della Cevaa), la scuola domenicale, il gruppo donne; i giovani spesso si riuniscono con i coetanei di Mezzani. Questa diaspora risente comunque della seconda migrazione, soprattutto dei giovani verso i paesi europei (Regno Unito e Germania)».

Che i contenitori siano dodici o sette, alla fine si proclama il mese o il giorno vincitore, prima di fare confluire tutte insieme le offerte. In tutti i casi lo spirito dominante è la gioia e le collette risultano particolarmente generose!

Immagine di Andrea Magnano