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Il creazionismo al liceo

Dagli Stati Uniti rimbalza una notizia che mette in luce il diffondersi di una mentalità religiosa ultraconservatrice, con oramai partigiani e sostenitori anche nei piani alti della gestione dell’amministrazione pubblica.

Creazionismo contro teoria dell’evoluzione. Non una discussione nuova per gli States, in cui darwiniani e difensori di una lettura letterale del testo biblico si affrontano oramai da oltre un secolo nei tribunali federali. Oggi però si assiste ad una notevole diffusione fra l’opinione pubblica del creazionismo, soprattutto nel sud della nazione, dove in particolare i movimenti evangelical hanno più ampia e radicata diffusione.

E va da sé che l’istruzione scolastica sia al centro delle attenzioni. In questi giorni è allo studio del parlamento del Texas una legge volta a dare pare dignità all’insegnamento della teoria dell’evoluzione e a quella creazionista nei corsi di scienze dei licei statali. Dall’inizio del 2017 lo stato dei petrolieri è il quarto ad agire in questa maniera, dopo Oklahoma, Sud Dakota e Indiana.

Secondo il Centro nazionale per l’insegnamento delle scienze negli ultimi tredici anni non meno di 70 disegni di legge simili sono stati presentati da est a ovest del paese, segnale di una tendenza in crescita. Corroborato dai sondaggi, per quel che valgono: secondo il prestigioso istituto di sondaggi Gallup il 42% degli americani crede che l’uomo sia stato creato tale e quale a come appare oggi.

«La cultura religiosa e la visione “mitologica” che gli statunitensi hanno del loro paese spiega in parte questa peculiarità» spiegava nel 2011 in un articolo la professoressa Blandine Chélini-Pont dell’università di Marsiglia, specialista di storia religiosa degli Stati Uniti d’America. «Lontano da essere una questione folckloristica, il dibattito sull’insegnamento evoluzionistico continua a essere una sfida per la laicità scolastica a stelle e strisce».

Ha fatto storia il cosiddetto “Processo delle scimmie” che nel 1925 in Tennessee vide alla sbarra un professore reo di aver insegnato Darwin nella sua scuola, dopo che il governo locale aveva varato una legge che esplicitamente lo proibiva. La vicenda ebbe eco grandissima, ispirò libri e il celebre film “E Dio creò Satana” con Spencer Tracy, e si concluse con la condanna dell’insegnante ad una multa. Ci vollero 40 anni perché la Corte suprema degli Stati Uniti stabilisse che vietare per legge l’insegnamento dell’evoluzione biologica fosse incostituzionale. Da allora lo scenario mutò, i creazionisti negli anni’80 puntarono ad una strategia nuova: non più di contrapposizione ma di affiancamento all’insegnamento delle teorie scientifiche. Stesso piano, stessa dignità. Varie sentenze in questi ultimi anno hanno sempre negato l’uguaglianza nel peso delle due teorie, sempre a vantaggio di Darwin e dei suoi studi. Ma come abbiamo visto ciò non ha scoraggiato per nulla i creazionisti, che hanno trovato altre modalità più sfumate per l’ingresso sui libri di scuola di diversi stati. In particolare si tenta di svincolare la teoria dalla questione religiosa, per ovviare a una sentenza nel 1987 che citando il primo emendamento, vieta la promozione di una qualsivoglia religione rispetto ad un’altra in ambito pubblico.

A partire dagli anni ’90 ha fatto l’ingresso sulla ribalta anche il concetto del “Disegno intelligente”, per giustificare alcune caratteristiche dell’universo. Tutte varianti di un progetto più ampio che punta al ritorno sui banchi di scuola con pari dignità rispetto alle tesi scientifiche.

La crescita dei movimenti evangelical e del consevatorismo religioso va di pari passo con la crescita del conservatorismo in politica, simboleggiato plasticamente da figure quali Ben Carson, neo segretario alla Casa e allo Sviluppo urbano dell’amministrazione Trump, illustre chirurgo (primo medico al mondo a separare due gemelline siamesi unite nella parte posteriore della testa) , che ha bollato come satanica la teoria dell’evoluzione e una fiaba il Big Bang da cui si generò l’universo. Se poi la neo segretaria all’Istruzione Betsy Davos è da sempre vicinissima, soprattutto elargendo molti fondi, ai gruppi più radicali del conservatorismo religioso, è semplice comprendere il rischio che un approccio laico all’insegnamento e al vivere pubblico in generale sia sotto attacco.

Il sistema legislativo americano è dotato di sistemi di tutele e contrappesi volte a disinnescare a monte certe tentazioni. Tuttavia la presenza in ruoli chiave di figure con una certa visione della storia rappresenta una spada di Damocle, o meglio una continua spina nel fianco ad un discorso laico. Si risponde al fondamentalismo con altro fondamentalismo. E si abbandona il comune terreno della laicità, unico luogo d’incontro per la costruzione di società realmente moderne. Non a caso nazioni come l’Inghilterra hanno per legge vietato l’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche. In Italia il dibattito pare lontano anni luce. Per ora. Per fortuna ci salverà il grottesco: nel 2006 gli accompagnatori turistici del Colorado ricevettero la direttiva di non fornire più risposte relative all’età di formazione del Grand Canyon (5 o 6 milioni di anni fa secondo i geologi) per non offendere, si leggeva nel testo ufficiale, la sensibilità dei fondamentalisti religiosi.

Immagine: via Flickr – Mike Licht