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Riapre domani la chiesa del Santo Sepolcro

Il 22 marzo 2016 la firma per l’avvio dei lavori di restauro da parte delle tre chiese cristiane custodi del luogo, quella cattolica, quella greco-ortodossa e quella apostolica armena. Un anno dopo, domani 22 marzo 2017, una cerimonia ecumenica restituirà alla cristianità il suo luogo simbolo e al mondo intero un edficio di grande rilevanza storico-architettonica. Il Santo Sepolcro, la tomba e il sito della resurrezione del Cristo, torna dunque a nuova vita grazie all’opera di una squadra di trenta tecnici anch’essa interconfessionale, coordinata dalla greca Antonia Moropolou dell’università nazionale di Atene. Il grande afflusso di pellegrini, gli eventi sismici, l’azione dei fumi e degli oli delle candele perennemente accese hanno nei secoli causato problemi seri all’intera struttura, in particolare alle pesanti parti marmoree dell’edicola, il luogo più intimo e raccolto, conglobato nella grande basilica sovrastante. Da anni l’edicola era sorretta da una struttura metallica risalente ancora al protettorato britannico nella regione, rendendo di fatto non fruibile a pieno i suoi spazi.

Il costo complessivo della ristrutturazione è stato di circa 4 milioni di dollari, finanziato in larga parte dalle tre confessioni cristiane custodi del luogo, ma anche dalla Giordania, dalla Grecia,dalla Palestina e dal Fondo mondiale per gli investimenti (Wmf).

Il luogo in cui presumibilmente venne sepolto il profeta Gesù di Nazareth fu coperto dalla costruzione di un tempio pagano dedicato a Venere, voluto dall’imperatore Adriano nel 135, in sfregio proprio alle credenze dei fedeli cristiani della zona. Fu quindi Costantino a erigervi la prima basilica nel 325, dopo il consiglio di Nicea. Rasa al suolo più volte venne ricostruita dopo la prima crociata nel 1048 e da allora ha subito modifiche e ampliamenti fino a giungere all’attuale aspetto.

Non sono mancati nel corso del restauro momenti di grande emozione, come la rimozione della pesante lastra di marmo che copre il luogo in cui sarebbe stato adagiato il corpo del Cristo subito dopo la crocifissione. Erano 500 anni, dal 1555 secondo quanto testimoniatodagli scritti di Bonifacio da Ragusa, allora custode in Terra Santa, che la pietra non veniva rimossa. Sotto di essa i tecnici hanno rilevato varie presenze minerarie che in questi mesi sono sottoposte a minuzione analisi, nel tentativo, ove possibile, di capire qualcosa di più su datazioni e provenienze.

Fra pochi giorni il mondo cristiano festeggerà proprio con la Pasqua la resurrezione di Gesù, e per una fortunata coincidenza quest’anno il calendario giuliano e quello gregoriano la vedono cadere lo stesso giorno, il 16 aprile. Un segnale di buon auspicio nel percorso verso il dialogo e l’unità. Che passa anche attraverso opere come queste.