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Viaggio in Asia del leader della Chiesa episcopale

Il vescovo Michael Curry, presidente della Chiesa episcopale degli Stati Uniti ha incontrato in Cina i leader delle principali denominazioni protestanti del grande stato asiatico. «Alle sue origini la via cristiana è fatta di relazioni con Cristo. Gesù ha detto “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”» ha dichiarato Curry in un’intervista rilasciata all’organo di stampa episcopale di Shangai a chi gli chiedeva del perché fosse importante questo viaggio. Il vescovo ha visitato il paese su invito del Consiglio cristiano di Cina (Ccc) e del Three-Self patriotic Movement (Tspm), l’altra grande denominazione cristiana presente in una nazione in cui la libertà religiosa è una sfida lontana dall’esser vinta. A Pechino vi sono poi stati vari incontri con i leader politici, su tutti quello con il ministro per gli affari religiosi, a capo dell’agenzia governativa che sovrintende la materia, sempre nel mirino degli alti burocrati, pronti a invocare la “sinizzazione” delle religioni, ovvero creare le condizioni perché esse possano operare abbracciando una visione che continui a vedere i valori del partito e dello stato come centrali, conetto ribadito a più riprese dal presidente Xi Jinping.

Il viaggio è quindi proseguito fra Filippine, Taiwan e Hong Kong. E proprio nell’ex colonia britannica Curry ha ricordato come questo piccolo stato rappresenti, per molti aspetti, il modello anglicano di relazioni e partnership con chi ha il Vangelo come guida. La Chiesa anglicana a Hong Kong può contare su ben 30 mila membri, un numero in crescita costante, formato in parte dalle emigrazioni, filippina in particolare, ma in forte aumento anche fra gli autoctoni. Curry ha guidato la funzione religiosa alla St. John’s Church di Hong Kong, in quella che è stata la sua prima visita in Asia dopo l’elezione alla guida della Chiesa episcopale datata 2015.