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Un luogo da chiamare casa?

C’è ancora da qualche parte “Un luogo da chiamare casa?”. È la domanda che in Gran Bretagna sempre più persone si pongono, singoli e famiglie colpiti da una crisi abitativa che si aggrava di anno in anno. Ed è anche il titolo di un opuscolo prodotto dal Gruppo congiunto per le questioni pubbliche (JPGT) di 4 chiese protestanti britanniche – Chiesa di Scozia, Chiesa metodista di Gran Bretagna, Chiesa riformata unita e Unione battista di Gran Bretagna – per riflettere sul deterioramento del diritto alla casa. “Avere un luogo che ci ripari e ci accolga è un’esigenza comune a tutti noi e tuttavia sempre meno garantita”, è la constatazione del pastore Russell Barr, moderatore della Chiesa di Scozia, fondatore di Fresh Start un’associazione che offre sostegno a persone senza fissa dimora o in condizioni abitative precarie.

I dati sono preoccupanti. Dal 2010 è aumentato il numero di famiglie senza casa, costrette a vivere in sistemazioni temporanee o in appartamenti sovraffollati. Come pure è salito il numero di homeless che dormono in strada. Il mercato immobiliare non è orientato a rendere i prezzi delle case (e di conseguenza degli affitti) abbordabili per tutti, ma a garantire un guadagno agli investitori. E tutto ciò in un momento in cui il welfare statale è in costante ritirata. “Questa è più di una crisi del mattone – si legge nell’opuscolo del JPIT -, è una realtà che tocca le vite di molte persone. Essere costretti a vivere in sistemazioni al di sotto degli standard minimi o lottare con costi abitativi ingestibili è la normalità per tante famiglie in ogni parte del Regno Unito. Queste condizioni hanno conseguenze sul futuro dei bambini, creando uno svantaggio sociale che rischia di passare da una generazione all’altra”.

“Un luogo da chiamare casa?” intende promuovere e sostenere l’azione delle chiese contro la precarietà abitativa, sostanziando l’analisi sociale con sei studi biblici che propongono una riflessione teologica sulla casa, l’inclusione e la giustizia – a partire dalla visione della Nuova Gerusalemme di Isaia 65:2, “Essi costruiranno case e le abiteranno”. Il materiale è pensato per ciascuna delle sei settimane di quaresima con questi titoli: la fede a casa; ritornare a casa; la qualità abitativa; case che possiamo permetterci; una comunità relazionale; un luogo da chiamare casa? L’opuscolo non intende offrire delle soluzioni ma vuole favorire la riflessione e motivare le chiese a individuare delle risposte che si possano adattare ai diversi contesti locali.

Il materiale proposto è stato prodotto in collaborazione con le associazioni nazionali Housing Justice e Scottish Churches Housing Action, promosse dalle chiese cristiane britanniche.

Immagine: via Flickr