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Pago ma non vedo

A oggi in Piemonte le aree non coperte da segnale Rai sono circa il 14% del totale, prevalentemente situate in zone montane.

Le stesse zone montane del Piemonte che devono fare i conti da tempo con una totale desertificazione di servizi, basti pensare alla chiusura degli uffici postali, ai trasporti, ai servizi sociali e sanitari.

Nel caso del segnale Rai la situazione è ancora più grave: non solo il servizio non viene usufruito al pari delle zone a valle, ma il cittadino è persino costretto a pagare. Il Movimento 5stelle ha proposto al consiglio regionale del Piemonte, che lo ha approvato, un ordine del giorno in cui si impegna la Giunta a richiedere al Governo nazionale la sospensione del pagamento del canone a tutti i cittadini che attualmente non possono usufruire del servizio e di garantire l’efficienza dei ripetitori in modo da giungere a una risoluzione del problema valutando diverse opzioni come il potenziamento del segnale terrestre o l’acquisto di frequenze satellitari dedicate.

Per il consiglio regionale è arrivato il momento di fare una scelta: o il Governo investe per potenziare il segnale oppure i cittadini di queste zone devono essere esentati dal canone.

Naturalmente ci sarà chi obietterà che il canone è una tassa sul possesso; ma in realtà è la situazione della comunicazione nel suo complesso a essere come minimo precaria.

Da quando è entrato in funzione il digitale, la fascia delle persone che non vedono o al massimo intravvedono la tv Rai è aumentata di molto. Poi, come è successo poche settimane or sono, basta una modesta nevicata per mandare in crisi i ripetitori mettendo al buio tutta una valle.

E, temo, la chiusura delle Comunità montane che negli anni ’80 avevano avuto un ruolo determinante nella costruzione di tralicci e ripetitori tv nelle valli, avrà ancora una volta un risvolto negativo.

E se il segnale tv è precario, non va meglio con quello Internet; oggi i bonifici bancari si potrebbero fare tramite un computer risparmiando pure sui costi di commissione; volendo anche i programmi tv si potrebbero vedere via Internet. Ma anche in questo caso sono opzioni valide solo nelle basse valli: quando il versante si inerpica, il buio del segnale avanza. Si perdono così programmi tv (e non sempre è una gran perdita) ma anche opportunità economiche o semplicemente di coinvolgimento sociale. Francamente sarebbe preferibile, più che l’esenzione di un canone, che chi lo incassa si facesse carico di quegli investimenti necessari per offrire a tutti le stesse opportunità.

Immagine: Di ebnz – Opera propriaQuesto file grafico vettoriale è stato creato con Inkscape., CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2001841