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«Semi di pace»: israeliani e palestinesi in dialogo

«Semi di Pace è un programma d’incontro tra testimoni di dialogo, opinion leader, rappresentanti di comunità religiose, intellettuali, studiosi e rappresentanti di organizzazioni israeliane e palestinesi che ospitiamo per condividere con il pubblico italiano le loro analisi sul conflitto “israelo-palestinese”», rileva Claudio Paravati direttore di Confronti, il mensile che si occupa di dialogo tra culture e religioni che da diciannove anni promuove l’iniziativa in programma dal 20 al 25 febbraio.

«Grazie al sostegno dell’Otto per mille della Chiesa valdese, Unione delle chiese valdesi e metodiste – prosegue Paravati –, ci muoviamo per dare voce a israeliani e palestinesi impegnati nell’educazione alla pace e al dialogo interreligioso».

Il conflitto “israelo-palestinese” che da oltre sessant’anni sconvolge Israele e Territori palestinesi «è un nodo fondamentale per tutta l’area mediorientale e per le sue implicazioni geopolitiche, culturali e religiose – ha rilevato a tal proposito Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese –. Per questo motivo è importante sostenere tutte le iniziative, come il progetto Semi di pace, che possano favorire un processo di pace e di riconciliazione».

L’iniziativa, che vede la partnership di Riforma, dell’emittente valdese Radio Beckwith evangelica e agenzia stampa Nev, si propone di mostrare la complessità della situazione mediorientale e prevede una formula ormai consolidata: «la divisione dei testimoni in coppie – composte sempre da israeliani e palestinesi – che intraprendono una “tournée” per l’Italia per incontrare gruppi, associazioni e istituzioni che hanno richiesto la loro testimonianza a favore di una pace possibile, oltre gli stereotipi», dice ancora Paravati.

Tra i temi affrontati: la situazione politica in Israele e nei Territori palestinesi, il lavoro delle associazioni e delle organizzazioni (molte di queste formate da donne), che operano par la pace, il ruolo delle religioni e della mediazione culturale e, ancora, le annose questioni che da sempre infuocano il dibattito: i confini, la costruzione di insediamenti, Gerusalemme Est, il ritorno dei profughi, la paura del terrorismo e di attentati nelle città israeliane e nei kibbutz, l’obiezione di coscienza o la difficile realtà dei giovani, ragazze e ragazzi, impegnati nel servizio militare obbligatorio. Temi delicati e raccontati: «così, come sono formulati e resi comprensibili dai diretti interessati, senza che a essi sia posto il filtro di un’interpretazione», prosegue Paravati.

Semi di Pace è un progetto di riconciliazione a cui hanno partecipato, nel corso degli anni, testimoni di pace, opinion leader, rappresentanti di comunità religiose, intellettuali, studiosi e rappresentanti di organizzazioni. Quest’anno le associazioni coinvolte saranno tre: Parents Circle – Families Forum (Pcff), un’organizzazione pacifista composta esclusivamente da famiglie israeliane e palestinesi che hanno avuto in comune la triste sorte di vedere i propri familiari morire a causa del conflitto; Sindyanna of Galilee, un’organizzazione non-profit fondata nel 1996 guidata da donne e che promuove la cooperazione arabo-ebraica e Bethlehem Fair Trade Artisans (Bfta), sempre di donne e dedita alla formazione e alla tutela del territorio.

Sono previsti incontri in diverse scuole italiane, conferenze pubbliche e la presentazione dell’intera iniziativa il 21 febbraio presso la Camera dei Deputati. Tra le città toccate dal progetto citiamo Lugano, Torino (in collaborazione con Riforma.it), Firenze, Arezzo e Piombino. Il progetto sarà ospitato, sempre martedì 21, sulle frequenze di Radio3 nel palinsesto del programma Fahrenheit alle 16.

Immagine: via Pixabay