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In India si digiuna «dal carbone»

La Chiesa dell’India del sud (Csi) e la rete «verde» della chiesa anglicana, con altri gruppi locali, hanno deciso di lanciare nel paese del Gange, soprattutto nella zona Sud dell’Andra Pradesh, una campagna intitolata “Digiuno dal carbone” attraverso una serie di iniziative in occasione delle Quaresima.

Una campagna di sensibilizzazione sorta per aiutare quelle persone che solitamente non si soffermano a riflettere su come poter salvaguardare il proprio ambiente influenzando le scelte e le abitudini di vita «che possono e devono essere modificate. In India siamo consapevoli dei cambiamenti climatici; li viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle per via dell’aumento delle temperature, per le inondazioni e la siccità e per il mutamento del livello dei mari», ha scritto in una lettera Thomas K. Oommen, il moderatore della Chiesa dell’india del Sud sollecitando le chiese del mondo ad impegnarsi a ridurre o meglio eliminare l’utilizzo del carbone.

«Le temperature sempre più calde dei nostri mari avranno effetti indesiderabili e devastanti. L’agricoltura, la pesca, le piante, sono elementi essenziali per i nostri ecosistemi e in particolare per la tutela del nostro litorale», prosegue Oommen.

In occasione della Quaresima dunque «le persone potranno intraprendere piccoli atteggiamenti quotidiani per ridurre l’anidride carbonica e le polveri presenti nella nostra aria».

In India la campagna di sensibilizzazione avrà grande rilevanza in quanto «molti abitanti del paese ignorano gli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico, seppur siano di fatto già colpiti da questo flagello», ha osservato ancora Oommen.

Gli anglicani “verdi” , network ambientale delle chiese sudafricane hanno dunque prodotto un calendario quaresimale con delle riflessioni quotidiane per indirizzare le azioni da intraprendere per chi vorrà aderire all’iniziativa, calendario che verrà adottato anche dalle chiese indiane in questione: dall’ acquistare cibo coltivato biologicamente e mangiare meno carne. O ad esempio, scollegare elettrodomestici con spie luminose se inutilizzati e ancora servirsi della bicicletta per recarsi al lavoro, o utilizzare annaffiatoi e non irrigatori, quando è possibile.

Le attività inserite nel «digiuno dal carbone» sono sostenute dal Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) e si inseriscono nella Campagna quaresimale delle «Sette settimane per l’acqua», promossa dalla rete ecumenica del Cec con particolare attenzione per l’Africa e l’India.

«Idee come quella del digiuno del carbone hanno certamente un impatto maggiore se condivise a livello globale», ha detto anche Athena Peralta, coordinatrice esecutiva del programma per la Giustizia economica ed ecologica del Cec: «tutti noi – prosegue –, siamo chiamati a rispondere al cambiamento climatico, sia individualmente che collettivamente. La ricerca della giustizia ecologica è sempre più sentita, più forte e estesa nel mondo. Dobbiamo portare la speranza a tutte le persone colpite dai cambiamenti climatici, che sono milioni di persone sparse nel nostro mondo».

Si può rispondere al cambiamento climatico ha aggiunto ancora Oommen: «lo si può cambiare un po’ il mondo, in 40 giorni; figuriamoci se riuscissimo ad impegnarci ogni giorno».

Immagine: via Flickr