migrants_in_hungary_2015_aug_014

Giornalisti nei Cie: accesso negato

I ripetuti dinieghi ricevuti da colleghi che hanno richiesto l’accesso all’interno dei Centri d’identificazione ed espulsione (Cie), preoccupa l’associazione Carta di Roma (nata nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog) e la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) nel giugno del 2008 e che vede tra i fondatori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), quest’anno nel direttivo).

I dinieghi riguardano, in particolare, l’ingresso nei Cie di Torino e di Ponte Galeria.

Le motivazioni addotte dal ministero degli Interni sarebbero generiche, così denuncia la campagna LasciateCientrare che ha lanciato l’allarme (sorta anch’essa nel 2011 per contrastare una circolare del ministero dell’Interno – che vietava l’accesso agli organi di stampa nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) e nei C.a.r.a., Centri di accoglienza per richiedenti asilo – appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’Art. 21 della Costituzione).

Motivazioni che «non sono sufficienti a giustificare l’impedimento dell’accesso alla stampa e, di fatto, l’impedimento dell’esercizio del diritto di cronaca all’interno di tali centri di trattenimento», sostiene LasciateCientrare. Già nel 2012 il Tar del Lazio era intervenuto in materia, dichiarando illegittimo il divieto di opporre ai giornalisti un generico diniego di accesso ai Centri di identificazione e espulsione per migranti: «Una sentenza – si ricorda – alla quale si era giunti grazie al ricorso presentato dai giornalisti Raffaella Maria Cosentino e Stefano Liberti, ai quali era stato ripetutamente negato l’accesso, sulla base di una circolare diffusa nel 2011 dal ministero dell’Interno, allora guidato da Roberto Maroni, che disponeva il divieto di ingresso per i giornalisti presso i “centri per immigrati”».

«Solo pochi mesi fa – dichiara a Riforma.it il presidente dell’associazione Carta di Roma, Giovanni Maria Bellu – la Federazione nazionale della stampa italiana e la Carta di Roma erano riuscite a ottenere un importante accordo, temporaneo, ma istituzionale, così almeno lo immaginavamo allora, in grado di poter permettere l’ingresso dei giornalisti all’interno degli Hotspot. Dunque, la Fnsi e la Carta di Roma si erano rese disponibili a raccogliere le richieste dei giornalisti per poi indirizzarle al Ministero. Una tappa per creare una procedura istituzionale e riconosciuta. Operazione che ha avuto successo quest’estate con una visita importante avvenuta all’interno dell’Hotspot di Lampedusa, in occasione delle celebrazioni del “3 Ottobre”. L’idea era, che nel tempo questo tramite iniziale passasse, nel tempo, di competenza ai singoli Ordini regionali. Invece, in questi giorni, è emersa la questione dei Cie. Alcuni giornalisti si sono visti negare la possibilità d’ingresso; richieste sistematicamente respinte con motivazioni diverse, mai perentorie. Tuttavia – prosegue Bellu –, nei fatti, l’accesso è stato negato.

Come Carta di Roma – conclude Bellu – siamo preoccupati. Il nostro statuto e la nostra missione ci impongono di chiedere ai colleghi di essere, se trattano temi legati al fenomeno migratorio: precisi, documentati, fedeli alla fonte e di utilizzare un consono ed etico linguaggio. Dunque, di non essere approssimativi e superficiali. Nel momento in cui ai colleghi è negata la possibilità di poter raccogliere documentazione con testimonianze dirette o di potere vedere con i propri occhi ciò che accade all’interno di Hotspot e Cie, è molto difficile riuscire a pretendere da loro la dovuta precisione. Per questo motivo, abbiamo deciso di appoggiare la denuncia lanciata da “LasciateCientrare”; riteniamo una questione dirimente il fatto che possa essere garantito l’accesso ai giornalisti in questi luoghi, così come crediamo fortemente che debbano essere le stesse testate giornalistiche a poter inoltrare la richiesta d’ingresso al Ministero, senza mediazioni. Solo così si rispetta il diritto ad essere informati e a poter informare».

Immagine: By Photo: Gémes Sándor/SzomSzed – http://szegedma.hu/hir/szeged/2015/08/migransok-szazai-ozonlenek-roszkerol-szegedre.html, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42990914