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Il Gruppo giovani di Angrogna e il «Giro Anziani»

Avere più di 70 anni, essere iscritti alla comunità ed essere residenti ad Angrogna. Questi i tre «requisiti» per far parte del «Giro degli Anziani», tradizionale visita natalizia promossa dal Gruppo giovani di Angrogna, di cui incontriamo alcuni rappresentanti per avere qualche informazione in più su questa lodevole iniziativa, che si potrebbe (o dovrebbe?) estendere anche ad altre comunità.

Il Gruppo giovani di Angrogna, dopo essere scomparso negli anni ’90, è stato ricostituito all’inizio degli anni 2000, e conta oggi 15 membri, divisi equamente in maschi e femmine, compresi tra i 14 ed i 23 anni d’età.

Quando è nato il «Giro degli Anziani» e in che cosa consiste?

«Da quanto sappiamo non è una cosa recente, c’è da moltissimi anni. Ogni anno, nei due fine settimana prima di Natale, andiamo a trovare all’incirca 70 anziani della nostra comunità. Una visita tipo inizia con le presentazioni, poi prosegue con la lettura di un passo della Bibbia, il canto di un inno, una preghiera e infine la consegna di un regalino: il calendario del buon seme. Qualche volta regaliamo anche qualcos’altro; per esempio un anno abbiamo realizzato dei portachiavi di fimo (una pasta sintetica) raffiguranti la croce ugonotta, mentre qualche anno fa durante ogni visita abbiamo scattato una foto con gli anziani e l’anno dopo gliel’abbiamo regalata. È bello vedere che alcuni ancora la conservano, e ogni anno ce la fanno vedere! Quest’anno abbiamo rifatto le foto, e il prossimo anno le regaleremo».

Capita che qualcuno non desideri ricevere la visita?

«Sì, qualche volta capita. Ma di rado. Capita invece che persone che risiedevano ad Angrogna, anche dopo essersi trasferite altrove, ci chiedano di continuare a fare loro visita, e noi li accontentiamo».

Qual è il momento che più vi piace delle visite?

«Ce n’è più di uno. Per esempio, ci piace molto la visita che facciamo al Foyer, la casa per anziani autosufficienti. È l’ultima visita del giro e vi incontriamo una decina di persone. Solitamente ci fermiamo a fare merenda con loro dopo i regali, e cantiamo più canzoni, anche popolari. In questo senso ci aiuta sempre uno degli ospiti, Pierino, che sa un sacco di canzoni tradizionali. E pensare che anni fa, quando ancora abitava da solo (abitava a Cacet), il nostro giro iniziava proprio con lui, essendo il più isolato di tutti.

Un’altra cosa che ci emoziona è vedere alcuni dei più anziani che si commuovono mentre cantiamo, o sapere che alcuni non solo sono felici della nostra visita, ma che ci attendono proprio con gioia. Inoltre capita che ci preparino torte, o ghirlande di agrifoglio, o che ci invitino a pranzo, e questo a noi fa davvero piacere».