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Il calore dell’umanità sfida il freddo dell’inverno

Sono giorni di freddo intenso. A Milano, ogni domenica mattina i volontari di Breakfast Time indossano la pettorina rossa e distribuiscono cibo, vestiti e prodotti per l’igiene ai senzatetto.

L’iniziativa, nata nella chiesa metodista esattamente un anno fa (ne avevamo parlato in questo articolo) e sostenuta dai fondi otto per mille, festeggerà il suo primo “compleanno” domenica 15 gennaio con una giornata comunitaria, un momento di bilancio e scambio di idee, ma soprattutto di festa e conoscenza reciproca. Non tutti i volontari, infatti, si conoscono tra loro, in quanto il gruppo è cresciuto molto in questi dodici mesi. Ce lo spiega Costantino Sbacchi, il suo instancabile animatore: «Oltre allo “zoccolo duro” metodista partecipa sempre più anche la chiesa valdese, 7-8 persone vengono regolarmente, più un paio di battisti. Ogni domenica abbiamo 8-9 persone in servizio e questo ci ha portato a domandarci se non sarebbe il caso di suddividerci in due percorsi, e quindi aumentare il numero di persone raggiunte. Inoltre vogliamo coinvolgere sempre di più la comunità, che già adesso fornisce i generi per l’igiene personale (saponi, dentifrici, salviette, ma anche calze, sciarpe…); è un’iniziativa personale dei membri di chiesa, con i fondi dell’otto per mille acquistiamo esclusivamente il cibo ».

Tra i volontari ci sono anche persone che non fanno parte delle chiese evangeliche?

«Sì, avendo scelto una forma molto leggera (si può aderire e ricevere informazioni tramite il blog www.bftime.tumblr.com, ndr), che non richiede una disponibilità fissa o l’iscrizione a un’associazione, è arrivato qualcuno che non c’entrava niente con noi, anzi non cercava nemmeno un servizio di volontariato. Ad esempio, una delle persone più contente di questa attività, che poi ha cominciato anche a frequentare il culto in chiesa metodista, è una signora che è arrivata da noi semplicemente digitando su Google “Milano buone predicazioni”. Ha trovato il sito della chiesa metodista, sul quale fino a un po’ di tempo fa caricavamo i sermoni della domenica, e infine ha trovato Breakfast Time! Questo “effetto collaterale” ci piace molto, perché ci permette di avvicinare anche persone esterne, di varia estrazione, in ricerca personale, o che vogliono semplicemente fare qualcosa per gli altri».

Questa attività porta dei benefici sociali, ma anche un beneficio per le comunità…

«Sì, si è instaurata una maggiore conoscenza tra di noi: trovarsi a fare delle cose insieme, in squadra, ha contribuito a farci incontrare e a legare maggiormente le persone, che magari prima non si conoscevano e si limitavano a uno scambio di saluti la domenica al culto (parlo anche per me!)».

Quali sono gli obiettivi futuri?

«Una cosa molto utile è cercare di entrare in rete con le altre realtà che si occupano di questo tipo di assistenza, i nostri senzatetto più volte ci hanno chiesto: “Ma voi avete un posto dove farmi dormire?”. A malincuore dovevamo rispondere di no, ma cercheremo di dare loro dei contatti, indirizzi e informazioni utili, dovremmo riuscire a creare una catena di solidarietà che vada oltre la colazione che portiamo loro la domenica. La seconda cosa dovrebbe essere l’estensione del servizio, con due squadre o pensando a un altro giorno della settimana. Su questo però siamo un po’ più prudenti, i nostri senzatetto ci dicono che la domenica è il giorno più scoperto, spesso il nostro panino è l’unico che ricevono quel giorno… una signora ci ha detto addirittura che ne mangia metà domenica e tiene l’altra metà per il lunedì, perché è il più buono di tutti… sono cose che ti fanno rimettere i problemi nella giusta prospettiva!».

Le sfide sono alte, ma lo è anche l’entusiasmo: che cosa vi “carica” particolarmente?

«Sono convinto che siamo riusciti ad arrivare fin qui perché non ci siamo abbattuti e abbiamo avuto un sogno, se avessimo detto “siamo pochi, non ce la facciamo” non saremmo riusciti a combinare niente. Invece siamo andati avanti senza fermarci, anche durante l’estate e nelle feste. In più siamo diventati un po’ famosi! Nella nostra chiesa è arrivato il pastore Daniel Chapman dal Regno Unito, che ha parlato di noi ai suoi ex parrocchiani. Si sono attivati per raccogliere indumenti caldi e prodotti per l’igiene, anche dai negozianti della loro città, hanno preparato un centinaio di pacchi e li hanno caricati su una grossa station wagon. Sono stati intervistati dalla BBC locale, poi sono partiti e sono arrivati a Milano dove ci hanno consegnato i pacchi, che stiamo distribuendo in questi giorni di grande freddo.

Breakfast Time è nata come un esperimento, ed è pur sempre una goccia nel mare, ma è una goccia di cui siamo molto orgogliosi, ed è bello poter festeggiare il successo di questa testimonianza di Cristo – perché in fondo è questo che butta giù dal letto molti di noi e ci fa uscire, anche con sette gradi sotto zero!»

Immagine: di Chiesa Evangelica Metodista di Milano