2016-08-26_17

Informarsi, conoscersi, capirsi

Conoscersi per dialogare. Questo è il senso di due lettere giunte in redazione qualche tempo fa, una inviataci da un ascoltatore romano, l’altra da un’ascoltatrice casertana.

Scrive il primo: “«… in una prospettiva ecumenica è fondamentale la conoscenza reciproca. E non vi è conoscenza se non vi è un’esposizione (…) obiettiva delle rispettive realtà di fede. Vi sono tuttora pubblicazioni sia cattoliche che protestanti ove al contrario abbondano (…) i pregiudizi. Come si fa a dialogare con un altro di cui non riesco mai a scorgere il vero volto ma solo una caricatura?».

La seconda lettera dice: «… se ci conoscessimo di più, ci ameremmo anche di più (…) debbo confessarle che mi piacerebbe assistere al vostro rito della Cena del Signore (…), non per ripudiare la Messa a cui partecipo ogni giorno, ma per sentirvi più vicini, più prossimi, e io sentirmi più compresa».

Sono due lettere molto belle, che pongono alla nostra attenzione qualcosa che teoricamente dovrebbe essere facile. Informarsi su che cosa pensano e credono gli altri non è difficile: ci sono libri da leggere, persone da consultare. Ma naturalmente la parola usata dai nostri ascoltatori non è «informarsi», bensì «conoscersi», cioè non solo avere informazioni, ma anche capirsi, comprendersi. Non è infatti detto che conoscendo, per esempio, tutti gli enunciati dottrinali di una chiesa si sia poi in grado di capirne l’autenticità del messaggio e della testimonianza di fede. Conoscere è più che informarsi: è anche capirsi.

Come evangelico, cioè come persona appartenente, in Italia, a una minoranza religiosa, so bene che cosa sia la disinformazione e soprattutto l’incomprensione che si manifesta a tutti i livelli, anche a quelli più alti. Le persone di cultura del nostro paese sembrano ignorare il protestantesimo, e la maggior parte di loro ne dà spesso pratica dimostrazione. Sono però anche sicuro che se un cattolico interrogasse oggi un protestante italiano medio su come lui o lei vede il cattolicesimo, ne riceverebbe una raffigurazione datata, non corrispondente al presente. Perché le cose cambiano, ma i pregiudizi restano.

L’unico modo per conoscersi veramente è incontrarsi. In alcune città italiane si è cominciato da qualche tempo a organizzare visite nei diversi luoghi di culto – protestanti, anglicani, ortodossi, cattolici. Favoriamo dunque ogni occasione di incontro. E soprattutto incontriamoci per conoscerci, amarci e sentirci più vicini.

Foto di Pietro Romeo