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Il Cec al World Economic Forum di Davos

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Olav Fykse Tveit, parteciperà al prossimo World Economic Forum di Davos dal 17 al 20 gennaio 2017.

Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) promuove l’unità dei cristiani nella fede, nella testimonianza e nel servizio, per contribuire ad un mondo più giusto e pacifico.

E’ stato fondato nel 1948 e oggi riunisce 350 chiese tra protestanti, ortodosse, anglicane, ed altre, con più di 560 milioni di cristiani in oltre 110 paesi; e opera in collaborazione con la chiesa cattolica.

«È necessario porre gli interessi collettivi dell’umanità e del nostro unico pianeta come prioritari. Tutti i leader del mondo – religiosi e politici – dovrebbero spendersi per proteggere tutti i bambini del mondo, affrontare i cambiamenti climatici, prevenire i conflitti militari e elevare, sempre, al di sopra dei confini nazionali e religiosi il proprio impegno. Noi possiamo farlo subito, utilizzando la nostra riunione annuale come occasione per delineare insieme una prospettiva chiara d’azione per difendere i comuni interessi», ha affermato Tveit intervistato sul sito del Cec dalla direttora della comunicazione dell’organismo ecumenico, Marianne Ejdersten.

Per Tveit, la responsabilità reciproca e la fiducia sono i punti cardine per i cristiani nel mondo: «abbiamo bisogno della saggezza degli altri e le nostre posizioni – dice Tveit – devono essere messe sempre in discussione. Questo per poter rispondere al meglio alle sfide mondiali. Abbiamo tutti bisogno di sentire la responsabilità del bene comune, in fondo siamo famiglie e comunità che vivono in un unico mondo. Come chiese, poi – prosegue Tveit – crediamo che la responsabilità dell’uno verso l’altro, sia un dovere verso il nostro Dio, unico e creatore».

I leader religiosi dovrebbero inoltre dare «il proprio contributo per indirizzare valori ed esempi per il bene comune spendendosi per dar voce a quelle persone che sono meno privilegiate e per le vittime di azioni condotte da leader politici irresponsabili».

I leader religiosi, inoltre, non dovrebbero lasciarsi strumentalizzare per garantire biechi fini politici né isolarsi e rifugiarsi nell’esclusivo, e se così, miope, limbo del solo aspetto religioso: «Nessuno individuo – conclude Tveit – da solo, è in grado di risolvere i problemi di un popolo o di una nazione, tantomeno del mondo; uniti invece e condividendo impegni e responsabilità, si può fare molto».

Olav Fykse Tveit ha assunto la carica di segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) nell’agosto 2009 e oggi è uno dei leader religiosi più competenti e consultati al mondo in materia di giustizia, pace, dialogo interreligioso e salvaguardia del Creato.

Immagine: Oikoumene.org