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L’odissea del 3 novembre: cronaca di un naufragio

Quando abbiamo chiuso il video che proponiamo qui sotto, due giorni fa, la tragica conta delle vittime nel Mediterraneo in questo 2016 segnava 4899 tra morti e dispersi. Oggi, 23 dicembre, se si consulta la stessa pagina, si può notare come quel numero sia stato aggiornato a 4.913. Quattordici in più.

È una delle vene aperte del Mediterraneo, in cui chi è in fuga continua a pagare un tributo di sangue ormai quasi quotidiano. Continuiamo a chiamarle tragedie perché spesso abbiamo finito i sinonimi per raccontare l’orrore di questi viaggi.

Ogni tanto però capita che le storie dei sopravvissuti, e indirettamente quelle delle vittime, emergano dalla conta dei gommoini rovesciati e delle vite spezzate. Come nel caso del naufragio del 3 novembre, di cui abbiamo iniziato a raccontare la storia anche qui su Riforma.

Una testimanianza che è stata raccolta in tutta la sua drammacità dal paziente lavoro dell’osservatorio Mediterranaan Hope a Lampedusa e che abbiamo deciso di fissare nella memoria anche attraverso questo racconto video. Perchè queste storie rimangano fissate nel racconto della nostra epoca e non scivolino via come sabbia tra le dita. Un tentativo, insomma, di iniziare a raccontare in modo diverso la frontiera.

Nel frattempo i sopravvissuti a quel naufragio continuano a chiedere giustizia.