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Rallegrarsi all’annuncio della venuta di Dio nel mondo

La luce è spuntata per il giusto, e la gioia per i retti di cuore
Salmo 97, 11

Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia
Matteo 2, 10

Ma il rallegrarsi ci appartiene ancora? Siamo capaci di stupirci e sorridere di fronte all’annuncio? Mi pare che soprattutto prevalga in noi la seriosità, cosa diversa dalla serietà. L’annuncio della venuta di Dio nel mondo, nella vita, nella nostra vita, porta tante cose. Ma spesso ci dimentichiamo che porta anche allegria. Perché ci dimentichiamo dell’allegria, e non sappiamo rallegrarci di grandissima gioia? Il mondo non è oggi più violento di un secolo fa, o di un millennio fa; la nostra vita oggi qui in Italia è difficile, lo sappiamo tutti, ma non più difficile di quanto non fosse ai tempi dei Vangeli. Nonostante tutti i gravissimi problemi, che non intendo affatto sminuire o tanto meno negare. Anzi! Forse riteniamo che rallegrarsi troppo, mostrarsi gioiosi per il dono della fede non sia poi così appropriato. Forse riteniamo che la responsabilità non ci permetta di mostrarci troppo frivoli e sorridenti, addirittura allegri. Forse ci sembra semplicemente puerile. Beh insomma: se persino Karl Barth diceva che un teologo incapace di letizia non è un buon teologo, forse possiamo ben autorizzarci a ricevere questo dono, Dio che si fa uomo, con allegria!

Siamo abituati a interpretare frasi come quella proposta in modo intimista: la nostra traduzione simultanea aggiunge connotazioni, e quella gioia diventa sicuramente interiore, profonda, intensa… Oh come siamo romantici! Invece di far festa, essere contenti, e condividere questa gioia, e con questa gioia lasciare che ci vedano e magari si uniscano a noi… no: siamo seri! C’è poco da giocare! La fede è una cosa seria!

Certamente. Seria. Anche l’allegria è una cosa seria.

Immagine: via pixabay.com