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La bomba del Cairo

12 chilogrammi di tritolo hanno squarciato la domenica mattina del Cairo. Un’esplosione violentissima in una navata laterale, riservata alle donne, della chiesa di San Pietro e Paolo, edificio che fa parte del complesso della cattedrale di San Marco. In pratica il centro della religiosità copta, la sede del papa d’Alessandria e patriarca della predicazione di san Marco e di tutta l’Africa, il primate della Chiesa ortodossa copta, carica detenuta dal 2012 da Teodoro II.

A seguito delle primavere arabe del 2011 sono decine e decine gli attacchi, le aggressioni, e i veri e propri attentati che hanno avuto come obiettivo le chiese e i fedeli copti, la cui presenza di 10 milioni di persone rappresenta all’incirca il 10% della popolazione egiziana, la principale denominazione cristiana dell’intera area medio orientale. Una recrudescenza di atti anti cristiani che sono il segnale del pericoloso ripiegamento su se stessa della società egiziana, la cui estrema incertezza politica pare un lasciapassare per estremismi e violenze.

Immediate e unanimi le reazioni di cordoglio alla strage, al momento non rivendicata, che ha causato fino ad ora la morte di 25 persone e il ferimento di 50. Numerosi i commenti trionfali di affiliati allo Stato islamico che sono comparsi sui vari social media in queste ore.

Il moderatore della Tavola valdese pastore Eugenio Bernardini ha ricordato «un fine settimana funestato da troppe morti violente in Turchia, Nigeria, Somalia, Egitto. Un pensiero e una preghiera per questi Paesi martoriati».

Il grande imam della moschea di Al-Azhar del Cairo Ahmad al-Tayyeb, fra le principali voci del panorama sunnita e recentemente ospite del Cec, il Consiglio ecumenico delle chiese, per una serie di incontri presso l’istituto ecumenico di Bossey ha parlato di «un vile attentato, un enorme crimine contro tutti gli egiziani».

«Preghiamo per questi martiri in Cristo, e protestiamo per tanta violenza ingiustificata» ha commentato su Twitter l’arcivescovo di Canterbury e leader della Comunione anglicana Justin Welby.

Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi prima di proclamare tre giorni di lutto nazionale ha ribadito come «la reazione del governo sarà dura e proporzionata all’attacco, uno dei più pesanti patito dalla comunità copta negli ultimi anni». Al-Sisi è stato nel gennaio di quest’anno il primo presidente in tutta la storia dell’Egitto ad aver visitato una chiesa copta.

«Persone riunite per il culto dovrebbero poter relazionarsi con Dio in un luogo di dignità, protezione e rispetto – ricorda il segretario del Cec pastore Olav Fykse Tveit – . La chiesa copta in Egitto ha sperimentato più volte negli ultimi anni episodi terribili. L’evento del Cairo è un’ ennesima testimonianza della vulnerabilità delle comunità cristiane in Medio Oriente. Noi proseguiremo nel nostro pellegrinaggio di giustizia e pace reso più forte dalla fede, dalla speranza e dall’amore».

La Federazione protestante di Francia per bocca del presidente pastore François Clavairoly «esprime il proprio sentimento di orrore e dolore davanti all’attacco del Cairo. Solidarietà va espressa alle famiglie delle vittime e dei feriti a causa del fanatismo e dell’odio. Perseveriamo nello sforzo di solidarietà con le chiese protestanti del vicino oriente, legati da una fratellanza che attraversa i confini».

Barnaba El Soryany, vescovo della Chiesa copta ortodossa di Roma e Torino, (la comunità copta in Italia conta circa 45 mila fedeli) racconta all’agenzia stampa Agensir dello choc che ha colpito donne e uomini anche nel nostro paese: «le notizie sono confuse. E’ un momento difficilissimo perché ci fa ricordare quello che è successo negli anni precedenti. Una notizia molto dolorosa. E’ una cosa che nessuno in questo momento si aspettava, soprattutto un attacco del genere compiuto dentro la Chiesa e durante la messa. E’ la prima volta che veniamo attaccati in questo modo, quando i sacerdoti hanno cominciato a distribuire la comunione ai fedeli. Da noi la chiesa ha una parte riservata agli uomini e un’altra alle donne. Hanno detto che forse una donna è entrata dentro la chiesa con una borsa e dentro la borsa c’era qualcosa. Tutto questo fa paura».