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Le riviste di cultura, un «pulpito» da salvaguardare

«Dal dopoguerra, sino più o meno agli anni ’70, le riviste di cultura, di varie tendenze e programmi, costituirono una forma specifica e molto influente dell’organizzazione degli intellettuali. Di più: rappresentarono l’ossatura, la nervatura interna, di un’architettura culturale che, alimentata com’era dalle grandi ideologie politiche del ventesimo secolo, reggeva il Paese e in un certo modo lo unificava, al di là delle cesure di allora, pur profondissime. Accadde per le eroiche riviste del periodo costituente, poi per quelle degli anni della guerra fredda e infine per quelle della ricostruzione. Fu così per la fioritura che seguì la grande gelata del ’56, per i laboratori fertili del primo esperimento di centro-sinistra», ricorda il professor Guido Melis, ordinario di storia delle Istituzioni e già parlamentare, sul sito del Coordinamento delle riviste italiane di cultura (Cric, presieduto da Valdo Spini), di cui è membro del consiglio direttivo.

Furono proprio, ricorda ancora Melis, le riviste di cultura a porre all’ordine del giorno le grandi questioni della modernizzazione del Paese: il lavoro e il riconoscimento dei diritti, la scuola e l’allargamento dell’istruzione, la riforma dello Stato, la programmazione economica, la fine della censura, l’uscita dal realismo verso aperture inedite alla ricerca artistica internazionale con riviste come «Il Ponte» di Calamandrei e «Paragone», «Nord e Sud», «Il Mulino», «Nuovi Argomenti»; nella sinistra «Problemi del socialismo», «Rinascita», «Mondo operaio», «L’Astrolabio» di Parri; per non parlare dell’insostituibile «Il Mondo» di Mario Pannunzio o, esperimenti a metà tra la rivista e il settimanale di informazione politica come «L’Espresso».

«Persino il ’68 iconoclasta e rivoluzionario ebbe le sue riviste – prosegue Melis –: “Quindici”, “Alfabeta” del gruppo 63, “Giovane critica” di Mughini, “Nuovo impegno” di Romano Luperini».

E a seguire sorsero anche testate nate dalle aperture scaturite dal Concilio Vaticano II, sul tema del dialogo ecumenico e interreligioso come «Com Nuovi Tempi» o «Testimonianze», per citarne solo due.

L’attività fondamentale operata da gruppi di intellettuali che intorno alle riviste si raccoglievano e agivano: «è oggi – per Melis – come inghiottita da una innovazione tecnologica che consente per la prima volta, ad ognuno, di costruirsi il suo piccolo “pulpito” in rete (la sua piccola rivista personale, in fondo), abrogando le gerarchie culturali, portando nella grande rete, senza mediazione alcuna, in forma individuale e precaria, la riflessione personale di ciascuno».

E dunque? A cosa servono oggi le riviste di cultura? Esiste, nella situazione attuale, uno specifico spazio per la loro attività? E se sì, di quale spazio di tratta?

Per rispondere a queste domande il Coordinamento delle riviste italiane di cultura (Cric), ha deciso di promuovere – grazie al sostegno dei fondi Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, da mercoledì prossimo presso la Fiera «Più libri più liberi» di Roma al Centro congressi dell’Eur dal 7 all’11 novembre – la Prima rassegna delle riviste italiane di cultura dal titolo: «Cultura e riviste. La condivisione del sapere per il dialogo e la pace», inserendo con la sua autorevole presenza, nel già noto contesto librario capitolino, uno spazio dedicato alle pubblicazioni delle riviste culturali di tutta Italia con momenti di riflessione culturale, tavole rotonde dedicate, in particolare, alle nuove spiritualità e a incontri di attualità politica e sociale.

«L’editoria in Italia è in crisi “di lettori” da molti anni – ricorda a Riforma.it il pastore valdese Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese –, conseguentemente, la crisi economica ha colpito, in particolar modo, anche l’editoria più qualificata dal punto di vista culturale, che oggi si vede costretta a ricorrere a quello che, un tempo, si chiamava “mecenatismo”, ossia il sostegno di enti e istituzioni che credono che la crescita di consapevolezza e di responsabilità, di un intero popolo, richieda riflessione, informazione, conoscenza e non semplice propaganda. Per questi motivi, l’otto per mille valdese ha deciso di sostenere questa importante iniziativa, tra l’altro incentrata su temi quali: la libertà religiosa e di coscienza, le nuove spiritualità e i diritti civili».

Saranno infatti organizzate tre tavole rotonde dedicate ai temi: «Libertà religiosa in Italia e nel mondo»,  «Le nuove spiritualità, «Integrazione-cultura e diritti civili» e, domenica 11 Dicembre, al ruolo delle Riviste della carta stampata in Italia.

«Organizzare al meglio la Prima rassegna delle riviste italiane di cultura è uno sforzo considerevole – ha rilevato Valdo Spini, presidente del Cric –, che credo darà molta visibilità alle riviste coinvolte nell’iniziativa. Il Coordinamento delle riviste italiane di cultura è riuscito a conquistare, negli anni, un suo spazio a livello nazionale proprio per sottolinearne l’importanza e il ruolo centrale per qualsiasi dibattito culturale. Questa, credo, sarà l’occasione per tutti, i soci del Cric, le  Case editrici, le riviste associate, ma anche per tutti i visitatori di “Più libri, più liberi”, per potersi incontrare e vivere un’esperienza importante, unica; non possiamo dimenticarci che le riviste culturali, sono oggi spesso autentici nuclei di volontariato culturale, un volontariato capace di dare un prezioso contributo al dibattito del nostro paese. Vivremo momenti di pluralismo grazie alla preziosa presenza di autorevoli rappresentanti del mondo delle fedi e del protestantesimo evangelico italiano in occasione delle nostre tavole rotonde, un pluralismo che dobbiamo assolutamente difendere, direi sviluppare, proprio per non lasciare che possa disperdersi».

Questo è l’elenco dei Panel che il Cric ha previsto in occasione della Prima rassegna delle riviste italiane di cultura all’interno del calendario degli incontri di «Più libri più liberi»:

«La libertà religiosa e di coscienza in Italia e nel mondo»

Mercoledì 7 Dicembre dalle 17 alle18,30 presso la Sala Diamante. Presieduta da Valdo Spini, alla quale interverranno: Eugenio Bernardini, Izzeddin Elzir, Francesco Margiotta Broglio, Giovanni Maria Vian, Gianfranco Di Segni, Lucio Caracciolo;

«La nuova spiritualità e le nuove opportunità del dialogo e della pace»

Giovedì 8 Dicembre, dalle 11 alle 12 presso la Sala Diamante, coordinata da Gian Mario Gillio e alla quale interverranno: Sergio Givone, Maria Bonafede, Franco Cardini, Lucetta Scaraffia e Angelo Villa.

«I diritti civili, l’integrazione e la coesione sociale»

Sabato 10 dicembre dalle 11 alle 12 presso la Sala Rubino, coordinata da Giorgio Zanchini e alla quale interverranno: Paolo Ricca, Guido Melis, Michael Braun, Leila El Houssi e Mario Marazziti.

«Verso un mondo senza riviste e senza giornali?- Trasformazione e crisi dell’informazione nell’età della comunicazione globale»

Domenica 11 dicembre dalle 10 alle 11 presso la Sala Smeraldo, coordinata da Severino Saccardi e alla quale interverranno: Edoardo Barbieri, Bruno Manfellotto, Claudio Paravati, Gino Roncaglia, Valdo Spini.

Immagine: via pixabay.com