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La chiesa, testimone di un Dio che cammina con gli umani

Nel mese di novembre si è svolto a Nizza il Sinodo regionale PACCA (Provence-Alpes-Corse-Côte d’Azur) dell’Eglise protestante unie de France (EpudF), al quale ho avuto piacere di partecipare insieme al pastore Paolo Ribet, in rappresentanza del I e del II Distretto della Chiesa valdese. I lavori sinodali, iniziati venerdì 18 novembre, sono stati accolti dalla Chiesa Saint-Esprit di Nizza, con la partecipazione dei pastori e dei delegati laici delle chiese locali, degli invitati delle Chiese sorelle e delle persone coinvolte nelle diverse iniziative ecumeniche.

Il tema sinodale «Verso una nuova dichiarazione di fede» è nato dalla necessità di creare una dichiarazione di fede comune, in seguito all’unione della chiesa luterana e della Chiesa riformata: tutto ciò per diventare Eglise protestante unie de France. Durante i tre giorni di lavoro, 18-19-20 novembre, si è percepita chiaramente la volontà di abbandonare l’individualismo religioso per arrivare a un senso di appartenenza comune nella fede, in linea con la nuova realtà di unione delle chiese luterana e riformata. Oltre alla gioia per questo progetto sono stati evidenziati i non pochi timori e le preoccupazioni dei partecipanti, anch’essi fondamentali e leciti, vista l’importanza di un passo di tale rilevanza.

Nel discorso di apertura, la presidente del Consiglio regionale EpudF, pastora Sibylle Klumpp, ha sottolineato l’importanza dell’unione e di un futuro condiviso. «Il Sinodo è un momento libero messo a disposizione della vita della chiesa, non un “obbligo istituzionale” ma un luogo per incontrarsi, per creare e costruire relazioni di reciproca fiducia» ha detto Klumpp, che lo ha disegnato come luogo di dibattito, dove ognuno e ognuna si può esprimere e dire in libertà il proprio parere. Il Sinodo è un’occasione di ritrovo e di comunione per discutere e per ascoltare la Parola di Dio, una possibilità di esprimere come comunità protestante la convinzione della nostra fede e affermare la comunione fraterna. La presidente ha inoltre sottolineato l’importanza di assumere con consapevolezza e saggezza la responsabilità sinodale di «governo della chiesa», di annuncio e divulgazione dell’Evangelo.

Durante le giornate sinodali non è mancata l’attenzione al contesto globale della società, nel quale ognuno e ognuna si impegna a vivere la propria vocazione cristiana e la propria responsabilità civile. La violenza e la rabbia, in riferimento agli orribili attentati, hanno risvegliato negli animi la necessità di restare uniti nella fede. Sono state ricordate le vittime del terribile 14 luglio sulla Promenade des Anglais, rendendo loro omaggio al monumento con un momento di silenzio e preghiera. Sybille Klumpp ha parlato della paura del diverso, dell’ignoto e dello straniero che diventa automaticamente capro espiatorio e minaccia, e di come questa paura possa facilmente infiltrarsi nelle vite delle persone. La chiusura in se stessi e l’affermazione identitaria sono sovente le conseguenze della paura e preambolo di indomani inquietanti. Diventa importante perciò riconoscere la paura come strumento di manipolazione degli uomini politici, e diffidarne. I presenti sono stati invitati a non avere paura e a essere fiduciosi, ricordando come noi tutti siamo chiamati a testimoniare nelle nostre chiese e nella società in cui viviamo l’Evangelo, in risposta alla paura distruttrice e disgregante. Al contrario, dobbiamo far spazio all’altro, e affermare che non siamo disposti a far diventare lo straniero il capro espiatorio della nostra società, ma siamo pronti a accoglierlo e a scoprire la ricchezza dell’incontro.

La «Dichiarazione di fede» ha portato a interrogarsi su un altro incontro, l’incontro fra la Chiesa luterana e la Chiesa riformata e sulla loro relazione con Gesù Cristo. Si tratta di una seconda «edizione» della Dichiarazione di fede, preceduta da una prima edizione discussa a livello delle chiese locali. L’obiettivo del Sinodo è stato interrogarsi e lavorare sul progetto di Dichiarazione esistente, per arrivare a una proposta che verrà presentata al Sinodo nazionale del prossimo anno. La Dichiarazione che si vuole creare è rivolta ai membri dell’Eglise protestante unie ma sarà anche testimonianza pubblica, per evidenziare la responsabilità dei credenti nelle parole quanto nelle azioni. Infatti la Dichiarazione dice: «La chiesa è testimone di un Dio che cammina con gli umani. (La Chiesa) Insieme ad altri attori della giustizia e della pace, è chiamata, in nome di Dio che si preoccupa di tutte le sue creature, a cercare soluzioni e a rimediare alle sofferenze esistenziali, spirituali, sociali, politiche e ecologiche».