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La violenza sulla donna è ancora pane quotidiano

Il 25 novembre si tiene la «Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne» e sul territorio delle valli valdesi, come nel resto d’Italia sono molti gli appuntamenti e le iniziative messe in atto per richiamare l’attenzione di tutti e tutte su questo grave problema, molto diffuso ma allo stesso tempo troppo poco affrontato a risolto. «Nelle donne vittime di violenza – ci spiega Laura Zoggia, presidente onorario dell’associazione Svolta Donna e sindaco di Porte – spesso scompare l’autostima e quindi entra in funzione un meccanismo terribile che porta persona vittima di violenza a considerare “normale” essere picchiate, entra in gioco il pensare “me le sono meritate, le botte». Svolta Donna è un’ associazione nata a Porte nel 2008 dopo cinque mesi di collaborazione con molti servizi del territorio. Oggi conta cinque sportelli disseminati nell’Asl To3 (ospedali San Luigi di Orbassano, di Rivoli, di Susa, di Avigliana e di Pinerolo); sempre a Pinerolo c’è il centro di ascolto telefonico che risponde e «dirotta» ai vari specialisti del territorio (avvocati, psicologi…). «A oggi – continua Zoggia – siamo arrivati a 180 chiamate e entro l’anno arriveremo a sfiorare le 200 anche perché nei periodi attorno alle feste le telefonate di donne in difficoltà aumentano. Quest’anno abbiamo anche notato un aumento dei contatti avvenuti dalla zona della pianura, un dato che andrà sicuramente analizzato». Svolta Donna non lavora sola ma in collaborazione con gli enti pubblici. «In particolare con l’Asl abbiamo sempre avuto buoni rapporti con i tre direttori generali che si sono succeduti (Rabino, Cosenza e l’attuale Boraso) e anche con le forze dell’ordine c’è un confronto proficuo. Abbiamo a Pinerolo una casa protetta che al momento ospita due donne e per accederci bisogna avere una reale necessità e l’impossibilità di tornare a casa. Per questo tipo di accoglienza serve una denuncia ai Carabinieri o alla Polizia oppure avere un referto dell’ospedale che dimostri che la donna ha subito violenza». Le 200 chiamate annue sono però solo la punta dell’iceberg, in quanto il sommerso è vasto e non quantificabile. Cosa possiamo fare nel nostro quotidiano? «Guardarci attorno, vedere se ci sono situazione di violenza e denunuciarle. Fondamentale rimane anche l’educazione verso i più giovani. Per questo il lavoro che svolgiamo grazie anche all’Otto per Mille valdese nelle scuole è di capitale importanza. Trovo che i giovani siano molto ricettivi e il futuro è loro e quindi famiglia e scuola sono due ambiti fondamentali per la corretta educazione. Stiamo anche lavorando con i maltrattanti perché di delinquenti non ce ne facciamo nulla, dobbiamo cercare di recuperarli». Fra le varie iniziative, in val Pellice, ne troviamo una particolare. Ce la spiega Rita Sperone, del Coordinamento Donne Val Pellice che racchiude al suo interno Un mondo di donne, Amnesty val Pellice, le Unioni Femminili e Svolta Donna. «Dal 23 al 30 novembre nelle vetrine degli esercizi commerciali di Villar, Bobbio, Torre Pellice e Luserna San Giovanni ci saranno esposte un paio di scarpe rosse oppure un simbolo femminile che richiami alla violenza e un cartello in cui si spiega il significato dell’oggetto esposto».

Chiudiamo con due numeri. Il primo riguarda il numero di donne uccise in Italia negli ultimi dodici anni: oltre 2000 (ma quasi tutta l’Europa sta peggio di noi). Il secondo è un numero di telefono (gratuito): 800-093900 ed è quello di Svolta Donna da cui si riceve sostegno e aiuto (si può anche scrivere a info@svoltadonna.it).

 

Foto: Samuele Revel