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Presidenza Trump, a rischio i programmi di assistenza e sanità

I padri fondatori degli Stati Uniti erano grandi ammiratori del pensatore politico francese Montesquieu. Di conseguenza, avevano predisposto una separazione dei tre poteri: quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario. Come Montesquieu, Jefferson e i suoi colleghi erano convinti che tale separazione rappresentasse una garanzia per la libertà dei cittadini. Per più di duecento anni, in generale, il sistema ha funzionato in questo senso. Dal gennaio 2017, tutti e tre i poteri saranno nelle mani del Partito repubblicano e del suo paladino Donald Trump. Questa circostanza avrà un impatto devastante sulla vita dei cittadini più fragili ed emarginati.

Il presidente Trump, oltre a mettere il proprio prestigio al servizio di programmi legislativi fortemente conservatori, avrà – e senz’altro intenderà avvalersene – la possibilità di annullare tutti i provvedimenti esecutivi firmati dal presidente Obama ogni volta che si era trovato di fronte a un Congresso immobile e ostruzionista. A soffrire per questi bruschi cambiamenti normativi ci saranno, fra molti altri, persone che stanno cercando di diventare cittadini degli Stati Uniti.

Nella sfera legislativa, secondo il leader repubblicano nel Congresso Paul Ryan, un compito prioritario sarà l’abrogazione della legge sulla sanità, fortemente voluta da Obama, che stava conducendo il popolo americano a essere un po’ più vicino alle popolazioni dei Paesi europei per quanto riguarda il diritto alle cure mediche per tutti cittadini. Inoltre, Ryan ha già annunziato il suo piano per smantellare Medicare, il programma che dal 1965 aiuta i cittadini anziani, sostenendo una parte dei costi dei trattamenti medici e ospedalieri. Sotto tiro è anche la Planned Parenthood, una ong che, dal 1942, offre consulenza e interventi medici alle donne, molte delle quali vivono sotto la soglia di povertà.

Infine, le cose cambieranno anche nella sfera giudiziaria. Una volta insediato, il presidente Trump penserà subito a nominare un giudice per assumere il posto di Antonio Scalia, scomparso nel marzo 2016. Per nove mesi il Congresso ha rifiutato di iniziare le procedure per valutare il candidato indicato da Obama, Merrick Garland, lasciando la Corte con solo otto membri sui nove previsti. Con la nomina e la veloce approvazione di un candidato indicato da Trump, la Corte avrà di nuovo cinque membri conservatori e solo quattro progressisti. Si presume che una Corte così composta, in risposta ai casi portati al suo giudizio, emetterà delle sentenze per limitare l’accesso all’aborto, e per abolire programmi che facilitino l’accesso all’istruzione e al mondo del lavoro per le più varie minoranze svantaggiate, e per abolire altre leggi che mirano ad aiutare le persone in vario modo emarginate.

Al momento è difficile immaginare con quali strumenti e con quali strategie i politici democratici, assecondati dai progressisti nella società civile, possano contestare un insieme dei poteri così massiccio e un «popolo di Trump» animato da un desiderio così forte di rivalsa. Ma dopo un periodo di lutto, i progressisti devono trovare la forza per riprendere una battaglia per un’America inclusiva, fedele ai valori dei suoi fondatori e attenta ai diritti dei più fragili.

Immagine: via flickr.com