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Pinerolo: giro di vite sulle slot machine

Anche Pinerolo si adegua alla legge promulgata a maggio dalla Regione Piemonte per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico. Con un’ordinanza emessa dal comune il 30 settembre scorso si stabilisce che, a partire dal 30 ottobre, tutti gli esercenti che hanno all’interno dei loro locali slot machine e apparecchi per il videopoker dovranno tenerli spenti da mezzanotte alle 12 e dalle 18 alle 20.

Con questa decisione, Pinerolo si allinea alla legge regionale che impone ai comuni di adeguarsi a tali restrizioni, di cui dà indicazioni di massima, come il numero di ore minimo di inattività di questi apparecchi. «Mi sono impegnato personalmente su questa ordinanza – spiega Luca Salvai, sindaco di Pinerolo – perché ritengo quello del gioco d’azzardo un grave problema sociale che necessita di misure d’intervento di una certa entità. Abbiamo stabilito degli orari restrittivi per il gioco d’azzardo, che vanno dalle 14 alle 18 e dalle 20 alla mezzanotte, in linea con altre realtà del territorio che già da tempo hanno adottato questo tipo di provvedimenti, come Alpignano, Rivoli e alcuni comuni della Val Susa».

La legge non si limita a normare la restrizione degli orari, ma si propone, in tre anni, di imporre l’assenza di tali dispositivi in quelle che vengono definite “zone sensibili”: tra queste rientrano le arre prossime agli istituti scolastici, ai luoghi di culto, agli impianti sportivi, agli ospedali, agli istituti bancari. Altri punti salienti della legge sono il divieto di pubblicità e il sostegno ad attività di informazione e sensibilizzazione sui fattori di rischio nella pratica del gioco da parte di associazioni dei consumatori e degli utenti.

Naturalmente, sono in molti a non essere soddisfatti di questa ordinanza, a partire dagli esercenti. «Una delle principali opposizioni che mi sono state poste – prosegue Salvai – è stata quella relativa all’orario spezzato. Molti infatti temono problemi di ordine pubblico se costretti a interrompere il gioco, e questo, a mio parere, la dice lunga sulla gravità del problema, ed è uno stimolo ad andare avanti deciso su questa strada».

Le sanzioni per coloro che non rispetteranno gli orari previsti andranno dai 500 ai 1.500 euro per ogni apparecchio; strumenti, questi, che tentano di arginare un problema sociale di vasta portata «Sono circa trenta all’anno le persone che si rivolgono al nostro sportello specializzato – racconta Sonia Bertinat, psicologa del Sert di Torre Pellice specializzata nel campo della dipendenza dal gioco d’azzardo – ma questi sono numeri ben lontani dal descrivere la situazione reale, che stimiamo possa interessare circa il 3% della popolazione».

Un problema diffuso, quello del gioco, soprattutto tra le fasce economicamente più deboli, e che richiede interventi energici e coordinati. Conclude Bertinat: «Il nostro lavoro consiste in un’accoglienza in primo luogo psicologica dei soggetti interessati, ma anche delle loro famiglie, che vengono coinvolte attivamente dagli assistenti sociali nel progetto di cura, per esempio attraverso procedure di stretto controllo economico. Ci occupiamo inoltre di promuovere iniziative di sensibilizzazione al problema, anche a livello scolastico».

Immagine: via pexels.com