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Armi nucleari: «Apice della potenzialità autodistruttiva umana»

«I governi del mondo dovrebbero preoccuparsi e negoziare nel prossimo futuro il divieto di proliferazione di armi nucleari», così si è espresso il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) in un incontro interreligioso che si è tenuto presso le Nazioni Unite lo scorso 12 ottobre.

A nome di cristiani, buddisti e organizzazioni musulmane, Emily Welty, vicemoderatora della Commissione delle chiese per gli affari internazionali del Cec, ha invitato i delegati presenti di farsi portavoce presso i propri governi per «negoziare uno strumento legalmente vincolante che vieti nel mondo, già a partire dall’anno prossimo, il proliferare di armi nucleari».

Una risoluzione in tal senso è stata dunque presentata dal Comitato disarmo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, proprio il giorno stesso.

Le armi nucleari sono: «incompatibili con i valori difesi dalle nostre rispettive fedi e tradizioni – ha proseguito Welty, citando la dichiarazione congiunta –. Il diritto delle persone a vivere dignitosamente in libertà di coscienza e di giustizia è dirimente per tutti ed è nostro dovere proteggere tali diritti e tutte le persone più vulnerabili. Così preservare il nostro pianeta per le generazioni future».

«Le armi nucleari sono tecnologie letali sviluppate dall’uomo senza coscienza pubblica e stato di diritto – ha concluso Welty – sono l’apice della potenzialità autodistruttiva di tutta l’umanità».