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Dare priorità alla pace

La Conferenza delle chiese europee ha presentato una proposta a sostegno della sicurezza e dello sviluppo per contribuire alla stabilità e la pace (Icsp) in discussione in presso l’Ue chiedendo di utilizzare i fondi per lo sviluppo per i paesi interessati da guerre e violenze.

La Kek ha espresso preoccupazione ritenendo che in alcuni casi il budget previsto per lo sviluppo possa essere utilizzato anche in progetti militari, una confusione della destinazione d’uso preoccupante. La quantità limitata di fondi della Icsp, ad oggi riservato esclusivamente per progetti e azioni di tipo non militare dev’essere dunque protetto.

Le chiese europee si “spendono” molto in progetti di pace, di riconciliazione e per lo sviluppo.

Una richiesta, quella della Kek, importante per le agenzie per lo sviluppo legate alle Chiese e alle Ong.

Destinare i fondi per lo sviluppo in azioni militari è in contrasto con i valori fondamentali su cui si fonda l’Unione Europea – ricorda ancora la Kek: Il preambolo del trattato dell’Unione stabilisce che nelle sue relazioni con il resto del mondo di debba «contribuire alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani».

Dopo lunghe discussioni avvenute nel 2014, i fondi stabiliti, per un totale di 2,3 miliardi di euro sono stati assegnati come strumento per contribuire alla stabilità e la pace (Regolamento UE 230/2014) sino al 2020.

Secondo il regolamento 230/2014, i fondi Icsp dovrebbero essere utilizzati solo per attività civili e per la prevenzione dei conflitti o altre misure volte ad affrontare le cause profonde dei conflitti (senza utilizzare mezzi militari), tra cui la mediazione, il dialogo e il disarmo.

Immagine: via pixabay.com