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Insieme per costruire ponti

Insieme per imparare a essere «costruttori di ponti»: è questo il senso della celebrazione ecumenica che si è svolta a Lampedusa il 3 ottobre, nel terzo anniversario del tragico naufragio del 2013 in cui 368 migranti annegarono al largo dell’isola siciliana. Da quest’anno il 3 ottobre è diventato per legge la «Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione».

A promuovere questo momento di preghiera e di impegno comune, come nei due anni precedenti, erano la parrocchia cattolica di Lampedusa e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, che nella primavera del 2014 ha aperto sull’isola un «osservatorio» permanente sulle migrazioni.

La celebrazione ecumenica, che si è aperta con una voce interreligiosa – il saluto di un imam musulmano – quest’anno ha voluto coniugare la memoria delle vittime con l’impegno a far sì che queste tragedie non si ripetano. Il tema, infatti, era: «La memoria che segna il presente – Corridoi umanitari per evitare le vittime del mare e di tutte le frontiere», con riferimento al progetto ecumenico dei corridoi umanitari promossi dalla Federazione evangelica e dalla Comunità cattolica di Sant’Egidio, che finora ha consentito a oltre 300 migranti di raggiungere il nostro Paese legalmente e in tutta sicurezza, evitando i barconi della morte gestiti dai trafficanti di esseri umani.

La chiesa parrocchiale di Lampedusa era gremita: c’erano cattolici, protestanti e ortodossi, cittadini lampedusani, italiani e stranieri, rappresentanti di chiese estere e immigrati. Una coppia di cristiani siriani, arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari, ha portato la sua testimonianza, mentre un gruppo di eritrei, sopravvissuti al naufragio del 2013, ha animato un intenso momento di preghiera.

«Siamo qui per fare memoria delle vittime», si afferma nella «dichiarazione ecumenica di impegno da Lampedusa», letta a più voci e in più lingue (Riforma n. 38, p. 16 ndr) ma siamo qui anche «perché le parole dell’accoglienza e dell’amore per chi bussa alla nostra porta sono al centro del messaggio evangelico che noi vogliamo vivere e testimoniare. Siamo qui per affermare che esistono alternative alle morti in mare e si chiamano corridoi umanitari… Siamo qui per chiedere nuove politiche migratorie… siamo qui perché ci impegniamo a vigilare sul rispetto dei diritti umani, sulla qualità dell’accoglienza ai profughi e ai migranti…».

La dichiarazione ecumenica di impegno si conclude con una preghiera: «È questa la preghiera che rivolgiamo al Signore: che faccia di noi costruttori di ponti, uomini e donne che sanno aprire la loro porta e il loro cuore a chi cerca protezione e accoglienza. In un giorno della memoria e del cordoglio, è questo l’impegno che oggi, a Lampedusa, noi ci assumiamo insieme».

Foto: ©iStockPhoto

Gentili ascoltatori: questa domenica, per ragioni di palinsesto (moto mondiale), il Culto evangelico invece di andare in onda al solito orario sarà anticipato attorno alle 7.20. Ci scusiamo per il ritardo con cui l’annunciamo, non dovuto alla nostra volontà, ma a una tardiva comunicazione da parte dell’emittente.