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Essere un senzatetto per una notte

In Inghilterra cresce il numero dei senzatetto: solo nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 30%. Secondo un rapporto redatto dal governo inglese gli homeless sono circa 3600. Tra le cause principali ci sarebbe la politica di austerità voluta dal governo dell’ex primo ministro Cameron e i conseguenti tagli imposti alle autorità locali. A ciò si deve aggiungere la crisi degli alloggi: è sempre più difficile trovare case a prezzi accessibili, cosa che espone le categorie più vulnerabili a vivere all’addiaccio.

Contrastare la piaga dei senzatetto, offrendo alle persone più svantaggiate una casa a lungo termine, piuttosto che un letto per una notte, è la missione portata avanti da Hope in Action (Speranza in azione), un ente di beneficenza, più volte premiato, che dispone attualmente di 37 case sparse in tutto il paese, dove alloggiano quasi 130 persone senza fissa dimora. Ogni casa è gestita in partnership con una chiesa locale, che offre cura pastorale e spirituale agli inquilini.

Venerdì prossimo, 14 ottobre, per il terzo anno consecutivo, si svolgerà la Big Sleep Out: dalle 19 alle 7 del mattino seguente, persone provenienti da tutta la città e da tutti i ceti sociali dormiranno all’aperto per una notte e ascolteranno la testimonianza di ex homeless, ex tossicodipendenti su come è cambiata la loro vita grazie a Hope in Action e alla chiesa locale di riferimento. Scopo dell’iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei senzatetto e di raccogliere fondi per le attività di assistenza (l’obiettivo è riuscire a superare le 10.00 sterline raccolte l’anno scorso).

«È una grande occasione per la gente riunirsi e provare per una notte quello che più di 3.500 persone in Inghilterra vivono ogni sera», ha dichiarato al Baptist Times il fondatore e amministratore delegato di Hope in Action, Ed Walker, membro della Bretton Baptist Church a Peterborough.

«Sappiamo bene che una notte fuori casa si avvicina solo un pochino a ciò che i senza fissa dimora devono affrontare ogni giorno. Essere un homeless è molto più che non avere un tetto, è un’esperienza che isola e distrugge. I senzatetto sono tra le persone più vulnerabili e socialmente escluse della nostra società. Siamo molto soddisfatti, dunque, del numero di chiese che decidono di mettersi al servizio dei più poveri », ha proseguito Ed Walker. «Diamo una casa a persone vulnerabili, compresi ex tossicodipendenti, alcoolisti, vittime di violenza domestica, ex detenuti. Ma vogliamo fare molto di più». La visione dell’organizzazione è che ogni chiesa possa ospitare in un alloggio adeguato e di qualità almeno due persone in situazioni di vulnerabilità.

«È il terzo anno in cui si svolge questo evento e ci auguriamo che esso diventi sempre più l’occasione per rispondere in modo pratico alla questione dei senza fissa dimora», ha concluso Ed Walker.

Il ministero di Hope in Action – rivolto a persone di ogni fede o senza fede – sta crescendo: nel 2015 aveva 28 case in otto città, oggi conta 37 alloggi dislocati in 11 diverse città: Nottingham, Peterborough, Norwich, Cambridge, Eastbourne, Swindon, Lincoln, Wolverhampton, Reading, Isola di Wight (aperta da poco), Ipswich (prossima apertura).

Immagine: via istockphoto.com