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Avventisti in cammino per l’ordinazione femminile al ministero pastorale

Un voto, il n. 250 del 15-16.09.2015 ripercorreva le tappe con cui, negli anni, si è giunti alla determinazione dell’ultima Assemblea mondiale Avventista e della Conferenza generale che di fatto negava alle singole Divisioni avventiste la facoltà di procedere alla consacrazione/ordinazione delle donne al ministero pastorale riconosciuto a livello mondiale.

Richiamando i voti dell’Assemblea amministrativa nazionale dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del Settimo Giorno (Uicca) del 25 febbraio 2014, esprimendo dissenso nei confronti della decisione presa dalla Conferenza generale e riservandosi di intraprendere azioni amministrative in risposta a tale decisione, la Uicca, nella seduta dello scorso 22 settembre, ha votato alcuni Ordini del giorno per proseguire nel cammino verso l’ordinazione femminile al ministero pastorale, senza per questo venire meno all’impegno di rispettare le scelte espresse dalla Chiesa mondiale.

«Riteniamo un valore prioritario e imprescindibile la valorizzazione, attraverso la consacrazione/ordinazione, di tutte le vocazioni che si esercitano nella chiesa, in virtù dell’eguale dignità, senza distinzioni di provenienza, razza, genere, ivi compreso il pieno riconoscimento della vocazione pastorale femminile – ha rilevato a Riforma.it Dora Bognandi, Presidente della Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei) e membro della chiesa avventista – e dunque è stata inserita, come Ordine del giorno della prossima Assemblea amministrativa nazionale, un’adeguata sessione di dibattito sul tema della consacrazione/ordinazione della donna al ministero pastorale e che speriamo possa determinare un voto di orientamento. Quest’ultimo, non impegnerà la chiesa italiana a procedere alla consacrazione/ordinazione di donne ministro di culto, ma costituirà un momento di verifica e di crescita e consapevolezza sulla “questione di genere”».

Nel documento stilato lo scorso 22 settembre «Strategie UICCA 2014-2019», sono stati fissati anche alcuni obiettivi generali: incoraggiare e diffondere una visione inclusiva del mondo e della chiesa; sottolineare la centralità della funzione missionaria della chiesa con obiettivi da raggiungere quali «l’impegnarsi a diffondere una visione che sappia integrare, coinvolgere, includere» e «percorsi di integrazione e condivisione che costituiscano di fatto una testimonianza concreta della forza della fede cristiana; così [come] le sollecitazioni che vengono dalle nuove generazioni rappresentano un’opportunità di crescita, invitandoci a riesaminare le convinzioni e le abitudini acquisite».

Una discussione, quella dell’Unione avventista, che si è indirizzata verso la necessità di accompagnare la crescita della Chiesa e di realizzare un percorso condiviso anche su questioni controverse.