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La nuova legge sulle religioni in Russia inizia a causare problemi

La stretta sulla libertà di culto in Russia inizia a provocare gli attesi guai.

Approvata dalla Duma il 24 giugno, ed entrata in vigore il 20 luglio, la norma che vincola la manifestazione della propria fede religiosa a tutta una serie di diktat sta rendendo complicate le più normali attività di preghiera e condivisione della parola di Dio.

Il pacchetto Jarovaja, dal nome della sua promotrice, vieta il proselitismo e le attività religiose al di fuori delle sedi delle chiese registrate ufficialmente, con motivazioni legate alla necessità di premunirsi contro il rischio di infiltrazioni terroristiche.

Vengono colpite in questa maniera in particolar modo le confessioni cristiano evangeliche, in crescita esponenziale nel Paese e che fanno delle riunioni “domestiche” uno dei canali attraverso cui veicolare i propri messaggi. Ovviamente la Chiesa ortodossa non viene toccata da tali misure, in quanto già ampiamente e da tempo riconosciuta. Un po’ sul modello italiano delle cosiddette legge anti moschee che in realtà tali sulla carta non sono, ponendo limiti urbanistici strettissimi e onerosi a chi desidera costruire un nuovo luogo di culto, che certo non sarà una parrocchia cattolica che da tempo immemore gode di ampi spazi e strutture, ma saranno bensì le nuove denominazioni che hanno necessità di tetti sotto i quali riunirsi.

Al momento a fioccare sono le multe e fortunatamente nulla più, ma certo quello economico non è un aspetto secondario, e i funzionari russi sanno evidentemente quali strumenti dissuasori utilizzare.

Un predicatore battista è stato multato per aver svolto una funzione religiosa nella propria abitazione e di aver fatto pubblicità di ciò presso condomini e amici senza richiedere le necessarie autorizzazioni.

Discorso analogo per un pastore pentecostale che in una casa privata stava amministrando battesimi e ora rischia l’espulsione dalla nazione con l’accusa di attività missionaria non autorizzata.

Sono 7 in totale in Russia le persone multate e tratte in arresto provvisorio per accertamenti, scatenando proteste e reazioni di attivisti e organizzazioni umanitarie e religiose da tutto il mondo.

Immagine: Di Alexandergusev – alexandergusev.com, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15166688