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Un regno eterno

Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il mio regno è un regno che non sarà distrutto
Daniele 7, 14

Al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce
Colossesi 1, 19-20

Dopo la visione delle bestie, l’autore del libro di Daniele vide collocare dei troni dai quali sarà giudicata la storia umana, e sedere in uno di quei troni il Giudice Supremo chiamato Anziano di Giorni, nome che significa colui che rimane per sempre, l’eterno, chi esisteva prima e esisterà dopo che tutti i regni mondani saranno passati. Lui siede sul trono come giudice definitivo delle nazioni. Gli altri troni si capisce che saranno i santi a occuparli per giudicare con Dio la storia, perché erano rimasti fedeli fino al martirio mentre le quattro bestie, i regni mondani hanno sfidato l’autorità divina. Dio giudica la terra, si aprono i libri e si toglie ai regni precedenti ogni autorità, poi ordina e istaura un quinto regno per i santi. L’immagine teologica del giudice è continua come comprensione di Dio in tutto l’Antico Testamento. La figura del Giudice supremo garantisce la giustizia, che sulla terra sarà fatta finalmente e questo serve a dare fiducia e speranza ai santi in mezzo alle difficoltà e angosce dei tempi di persecuzione e afflizione.

A rappresentare i santi che riceveranno il Regno troviamo uno simile ad un Figlio d’Uomo (Ben Adam – Bar Enash). Le caratteristiche di questo Regno sono sette: sarà un regno universale, sarà un regno senza fine, la sua autorità proviene direttamente da Dio, renderà potenti e gloriosi quelli che ora sono deboli e sottoposti alla crudeltà dell’ultimo corno della bestia predatrice che sarà fatta a pezzi e bruciata nel fuoco che non si consuma, si realizzerà su questa terra, il suo arrivo è imminente e inizierà con esso una nuova umanità. Nel cristianesimo è evidente che questa figura del Figlio dell’Uomo sia stata identificata con Cristo e con il suo ruolo di Messia e giudice escatologico, a cominciare da Cristo stesso che si era appropriato di questo titolo. Nel Vangelo di Marco questo sembra un elemento definitivo della primitiva concezione del Cristo come Messia, Figlio dell’Uomo che ha l’autorità del giudice escatologico.

Immagine: Di Hind, Arthur Mayger (ed.) & Hans Holbein the Younger – Hans Holbein, the younger: his Old Testament illustrations, Dance of death and other woodcuts. London: William Heinemann, 1912.Transferred from en.wikipedia by SreeBot, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16979057