ciampi_e_spini

Spini: il mio abbraccio a Ciampi

Livornese, già governatore della Banca d’Italia negli anni Ottanta, venne scelto dai partiti fuori dal Parlamento per l’incarico al Quirinale. Prima del 1999, fu presidente del Consiglio tra le macerie di Tangentopoli. Guidò il nostro ingresso nella moneta unica europea. Oggi, nella giornata di lutto nazionale e del funerale, pubblichiamo il ricordo (un estratto) dell’amico e collega in politica, il professor Valdo Spini. Il testo completo sarà pubblicato su Riforma settimanale.

«Il 12 aprile 2002 alla Facoltà valdese di teologia di Roma assistetti come Presidente della Repubblica – ricordava l’allora Capo di Stato Carlo Azeglio Ciampi nella presentazione preparata per il libro di Giorgio Spini “Italia di Mussolini e protestanti” edito dalla Claudiana editrice, memore di un passato evento – alla presentazione del libro “Italia liberale e protestanti” che Giorgio Spini, a 86 anni, aveva pubblicato e dove parlarono magistralmente Paolo Ricca, Massimo L. Salvadori, Pietro Scoppola – ricorda Ciampi –. […] Nel suo discorso Spini seppe conquistarsi tutto l’uditorio senza eccezioni di schieramento politico, dalla destra alla sinistra, dai laici ai cattolici. […] Sento di dovere a Giorgio Spini una testimonianza: egli ha operato sino all’ultimo dei suoi giorni nel solco di quegli ideali di “Giustizia e libertà” che hanno entusiasmato la nostra gioventù e orientato la nostra vita».

Oggi giunge a Riforma.it il ricordo di Valdo Spini (figlio di Giorgio) già ministro, sottosegretario e deputato della Repubblica, che ha voluto dedicare all’amico Carlo Azeglio, compagno di battaglie politiche e sociali, il suo saluto: «Carlo Azeglio Ciampi non veniva dalla politica partitica. Ma la politica, nel senso alto del termine, la sapeva fare, eccome. Lo dimostra – ricorda Spini – l’accordo con le parti sociali realizzato nel luglio 1993, un metodo che avrebbe dovuto presiedere anche alla politica economica di questi anni, molto spesso invece improntata allo scontro con il sindacato. In lui veramente la tradizione azionista ha avuto forse il suo ultimo colpo di coda. Dell’azionismo aveva il coraggio e il rigore morale, la coerenza, la serietà, la preparazione intellettuale. In più aveva quella capacità di lavorare in equipe, un approccio collaborativo ai rapporti che a molti azionisti era mancato. Nella sua grande umanità – prosegue Spini – ebbe per me, confidenze, riguardi e manifestazioni di affetto che mi toccarono profondamente, sostenendomi sempre anche nei momenti più difficili: “Coraggio, Valdo, guardiamo avanti: c’è ancora tanto lavoro da fare per la nostra amata Italia”, così terminava, già novantatreenne, nella prefazione preparata per il mio libro “La buona politica”».

Alla notizia della sua morte, ha concluso Spini: «Ho immediatamente chiamato la signora Franca. Commossa Lei mi ha detto: “Dì un’Ave Maria per lui, se la merita”. A un protestante è meglio chiedere un Padre nostro: comunque sia, lo dirò con tutto il cuore».

«Da presidente ha portato l’Italia nel terzo millennio» ha detto stamane monsignor Vincenzo Paglia nell’omelia dei funerali in occasione della cerimonia privata e celebrata nella parrocchia del presidente emerito: San Saturnino nel quartiere Trieste di Roma, dove Ciampi e la moglie risiedevano.

In prima fila il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la figlia Laura e il suo predecessore Giorgio Napolitano. Tantissimi gli esponenti del mondo della politica, dell’economia e della cultura presenti.