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Ai Caraibi per la Settimana di preghiera

Fonte: Cec

«Il popolo dei Caraibi ha una profonda storia da raccontare che può arricchire la vita spirituale dei cristiani di tutto il mondo», ha detto don Antonio Currer, del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (Pcpuc). Una storia raccontata e recepita dai partecipanti ecumenici che, questa settimana, si sono riuniti per il consueto incontro annuale promosso per redigere, per una prima stesura, il testo che sarà utilizzato per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc) del 2018.

Dal 4 al 9 settembre i rappresentanti del Consiglio delle chiese dei Caraibi, il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) e il Pcpuc sono riuniti presso il Centro Emmaus a Nassau, capitale delle Bahamas.

Il gruppo di lavoro sta elaborando il testo intorno al Cantico di Mosè e Miriam contenuto in Esodo, 15. Un testo significativo per la popolazione caraibica per le vicende legate alla schiavitù, al colonialismo e poi alla liberazione.

Nella proposta di preghiere si è deciso di inserire, tra gli altri, anche temi legati alla dignità umana: la schiavitù moderna del traffico di esseri umani (tratta), la giustizia economica e la vita familiare.

«La gloriosa liberazione di Dio dall’oppressione, attraverso l’azione e la giustizia ci impegna come cristiani a lavorare e pregare per l’unità», ha rilevato il pastore Odair Pedroso Mateus, direttore della Commissione Fede e costituzione del Cec.

Dal 1968 la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è promossa congiuntamente dalla Pcpuc e dalla Commissione Fede e Costituzione del Cec. Tradizionalmente la Settimana di preghiera si celebra dal 18 al 25 gennaio. Ogni anno, un team ecumenico di donne e uomini, che giungono dalle diverse regioni del mondo, si riunisce per preparare il materiale liturgico.