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Percorsi di vita e di fede

Nel nostro percorso di approfondimento e conoscenza delle varie realtà che compongono la rete di chiese valdesi e metodiste in tutta Italia, oggi spaziamo tra continenti e regioni: in compagnia di cinque persone che hanno compiuto il percorso di studi alla facoltà valdese di teologia, che li condurrà verso la candidatura al ministero pastorale.

Si sono radunati attorno al nostro tavolo Ilenya Goss, Stefano Giannatempo, Francesco Marfé, Noemi Falla e Giuseppe Stanislao Calati: arrivati all’ultimo anno di prova, ci raccontano le loro emozioni ed esperienze, coltivate in Italia e all’estero.

Rompe il ghiaccio Ilenya Goss, originaria della chiesa valdese di Pinerolo, che ha passato un semestre nell’Università protestante di Strasburgo, in Francia, ed è attualmente impegnata nella chiesa valdese di Genova di via Assarotti: «Sono stata accolta in modo meraviglioso – ci racconta – tanto che sono stata immediatamente coinvolta nelle varie attività di chiesa. In particolare ho in mente due momenti. Il primo è la settimana di evangelizzazione, a maggio, quando abbiamo proposto una tre giorni di approfondimento del libro Cantico dei Cantici, sia dal punto di vista biblico che artistico, con commento di quadri e accompagnamenti musicale. Nell’arco delle tre giornate abbiamo anche parlato della benedizione delle coppie dello stesso sesso e dei nuovi modelli di famiglia, temi trattati durante gli ultimi Sinodi.

Il secondo avvenimento che ho vissuto in modo molto coinvolgente è stata la visita della scuola domenicale della chiesa valdese di Pinerolo: ha riscosso un ottimo successo e sicuramente ci aiuterà ad impostare a Genova una cura particolare nella gestione delle attività giovanili».

Da Genova ci spostiamo in Basilicata, dove sta prestando servizio Francesco Marfé, dopo il periodo trascorso a Buenos Aires: «Lavoro in équipe con la chiesa valdese di Cerignola e mi occupo in prima persona della chiesa metodista plurisede di Venosa e Rapolla: comunità lucane piccole ma forti, che sono state per molti anni senza la presenza fissa di un pastore residente. Ero già stato in questa comunità come studente, e quindi è stato un gradito ritorno, e ora mi sto concentrando in particolare sull’evangelizzazione, di cui mi sembrava si sentisse il bisogno».

Un percorso differente dagli altri ci viene raccontato da Giuseppe Stanislao Calati, che sta seguendo la chiesa metodista di Vercelli.

«Io vivo e lavoro vicino a Milano e ho sempre lavorato per il circuito come predicatore locale e quando mi fu chiesto se potevo dare una maggiore disponibilità di presenza nella chiesa di Vercelli, accettai volentieri. La collaborazione è proseguita fino alla proposta di concludere gli studi per poter ricoprire il ruolo di pastore locale».

Noemi Falla da gennaio lavora nella chiesa metodista di Bologna e Modena, una comunità variegata con una forte componente ghanese e alcuni membri americani e filippini. «Da ottobre mi sposterò nelle chiese di Parma Mezzani e Casalmaggiore – ci ha raccontato Noemi – dove di nuovo ritroverò una forte reltà d’integrazione con la spiritualità ghanese. Sono contenta di aver trascorso questi mesi a Bologna: è una chiesa molto vivace, in crescita, che sta attraversando una fase di transito e di riflessione e che intende avvicinare sempre di più le persone alla crescita spirituale dei membri di chiesa. Sono stati importanti anche i dieci mesi che ho trascorso a Cambridge, presso il college metodista Westley House, un’esperienza arricchente perchè ho potuto fare affiancamento in una chiesa di un villaggio locale con il pioneer minister, un pastore che ha il compito specifico di evangelizzare».

Concludiamo la nostra carrellata di interviste e di esperienze con Stefano Giannatempo: «Dopo un anno all’estero presso il seminario teologico di Princeton, negli Usa, dove ho scritto la mia tesi sulle nuove forme di catechesi, ho passato questo ultimo periodo di servizio nelle chiese valdesi di Pisa, Livorno e Rio Marina. Un anno di lavoro molto “automobilistico”, vista la distanza (e il mare!) che separa le comunità della diaspora. Anche noi abbiamo proposto degli incontri in cui riflettere sul tema delle famiglie, invitando a parlare una coppia arcobaleno. Spulciando nell’archivio della chiesa di Livorno, abbiamo scoperto che Guglielmo Marconi si sposò con un’anglicana proprio nel tempio valdese e abbiamo quindi organizzato una conferenza su questo tema. Ora ho traslocato ad Aosta e da settembre prenderò servizio in questa nuova comunità: dal mare alla montagna!».